I social - per una volta - tacciono, i tabloid anche, ma qualcosa - dalle udienze fiume, continua a filtrare: al centro dell'ultima udienza - l'indiscrezione raccolta dal Messaggero - la scelta di chi dei due passerà maggior tempo con i figli, e l'assegnazione dell'ex casa coniugale: ma Ilary Blasi sembra che non voglia l'assegno di mantenimento. Tra le istanze presentate dalla showgirl, questo "nell’udienza presidenziale" dello scorso 31 marzo, non rientrano infatti gli alimenti per sè.
Le “ragioni del contendere” vertono principalmente sulla scelta di chi sarà il genitore con il quale i tre figli dovranno trascorrere più tempo e sull’assegnazione della casa coniugale.
L'ex nido dei sogni, infranto
E' la mega-villa all’Eur, nel quartiere residenziale a Sud di Roma, ad essere oggetto principale (in questa fase) della contesa in tribunale. E' il luogo dorato dei momenti più belli dell'ex coppia d'oro d'Italia, il luogo dove al momento Ilary continua a vivere con Cristian, Chanel e Isabel.
Per quanto - racconta il quotidiano romano - è possibile sapere, ovviamente l'ex campione della Nazionale e della Roma dello scudetto non vuole far traslocare i suoi ragazzi, ma sarebbe sulla calibrazione del tempo di frequentazione dei figli che si stanno scatenando gli avvocati - su mandato dell'ex coppia - dell'una e dell'altra parte.
L'ultima udienza di fuoco
Si sarebbero ritrovati di nuovo faccia a faccia, a Roma, per circa quattro ore venerdì scorso: davanti - scrive Il Messaggero - "al giudice della prima sezione civile Simona Rossi, in un tribunale volutamente deserto". Un'udienza top-secret, con la data fissata dal magistrato solo due giorni prima, con una notifica riservata alle parti, forse per evitare di attirare come miele cronisti e curiosi ad assediare il tribunale, forse - anzi, sicuramente - per cercare di smorzare l'attenzione mediatica su una vicenda che al di là della notorietà dei due contendenti, riguarda pur sempre la vita ed il futuro di tre minori (oltre a quella di Totti-Ilary).
La fiamma di Ilary, ed il "Pupone"
Raccontano i rumors - non confermati - di un Capitano (Totti) imbestialito, dopo aver visto sul settimanale “Chi” le foto che ritraggono Ilary accanto a Muller, mano nella mano con la terzogenita Isabel, ma soprattutto il fatto che l'attuale compagno della Blasi che saltuariamente dorme proprio in quella villa, all'Eur, diventata appunto oggetto principale della contesa.
L'affidamento dei tre figli
Oltre alle memorie presentate dai rispettivi avvocati (Secondo il quotidiano romano quella di Totti sarebbe lunga 120 pagine), i due hanno entrambi chiesto l’affidamento congiunto dei figli, che comporta doversi consultare sempre (o almeno finché non compiono 18 anni, diventando maggiorenni) prima di prendere le decisioni più importanti che riguardano la vita dei ragazzi: dall’istruzione, alla religione, ai viaggi. Tutto "prassi" nei procedimenti sulle separazioni (e oggetto di uno specifico accordo divenuto di riferimento nei Tribunali italiani, sottoscritto alcuni anni fa da avvocati e giudici, chiamato "Protocollo di Milano": accordo spesso richiamato come linee da adottare per arrivare a comporre le liti di ex coniugi, relativamente a figli minori). Fin qui nulla di "marziano", ma il punto dolonte, diventa con quale dei due genitori ciascun figlio dovrà vivere principalmente.
Quindi le possibilità sono due: o nella villa dell'Eur resterà la conduttrice tv e Totti nella casa presa a Roma nord con la compagna Noemi, oppure sarà la Blasi a dover traslocare per lasciare spazio all'ex marito (ipotesi più remota).
I nodi difficili da sciogliere
Da questo consegue anche l’entità dell’assegno di mantenimento per Cristian, Chanel e Isabel e soprattutto la fissazione del calendario:
ossia i giorni della settimana nei quali dovranno stare con il padre e con la madre, con chi dovranno trascorrere le vacanze, e via dicendo.
I prossimi "Step" processuali
Il giudice, dopo l’udienza presidenziale di venerdì avrà circa 30 giorni di tempo per adottare dei "provvedimenti provvisori" - sulla base delle richieste fatte dai coniugi - poi gli avvocati dovranno depositare "integrazioni alle memorie difensive" e, solo da quel momento, inizierà la vera e propria istruttoria della causa.
Uno dei due, o entrambi, potrebbero chiedere in quella sede l’addebito della separazione, ossia la “colpa” nella fine del matrimonio, per ragioni legate a presunti tradimenti.
Prosegue, intanto, la causa sulla “guerra del guardaroba”: nella quale l’ex calciatore rivuole indietro i suoi Rolex (del valore di oltre un milione di euro) ed Ilary alcuni dei suoi gioielli. Lo scorso 10 marzo il giudice della settima sezione civile, Francesco Frettoni, ha disposto un rinvio dell’udienza per ascoltare i testimoni citati dalla coppia. Ci si aspetta una "passerella di Vip", dove la discrezione - ed i depistaggi dei cronisti - potrebbero essere molto meno efficaci (o voluti) dell'ultimo incontro in Tribunale dello scorso Venerdì.
Il "Fantasma" di una Ctu, la perizia psicologica
Non ne parla nessuno, ma se i contrasti non si riuscissero a limare, quando si parla di minorenni (nelle cause di separazione ed affido) può (non è detto, ma secondo il codice c'è anche questa possibilità) entrare in campo un "fantasma" che nessuno vorrebbe che si concretizzasse in aula: la Consulenza Tecnica d'Ufficio (Ctu), cioè la perizia tecnica psicologica atta da prassi, a definire con quale dei due genitori, madre e padre, i figli minori passino la maggior parte del proprio tempo. Un percorso accidentato dove un professionista “terzo” - nominato dal Giudice - incontra tutti i membri del nucleo familiare, de facto cercando di appurare se per il figlio minorenne sia più adeguato passare la maggior parte del proprio tempo, con la madre, oppure con il padre.
Un percorso - spesso “extrema ratio” nei procedimenti civili, quando proprio insomma non si riesca a trovare una quadra tra i due contendenti - che si riesce quasi sempre ad evitare, puntando su buon senso e sulla perizia dei legali, che riescono spesso a trovare un accordo (la “composizione della lite”, come si chiama in gergo), anche in casi che appaiono di difficile composizione, come quella di Totti-Ilary. In virtù del cosiddetto “bene superiore del minore”.