L'esito elettorale

Spagna, dopo la sconfitta di ieri Pedro Sanchez convoca le elezioni politiche per il 23 luglio

Il premier si assume la responsabilità delle pesanti perdite nel voto locale, in molte Comunità autonome e grandi città del Paese. "Magnifici sindaci e presidenti regionali si vedranno messi da parte dopo una gestione impeccabile" commenta il premier

Spagna, dopo la sconfitta di ieri Pedro Sanchez convoca le elezioni politiche per il 23 luglio
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Sanchez nel discorso tenuto stamane alla Moncloa

Il premier spagnolo Pedro Sánchez ha sciolto les Cortes (il Parlamento del regno) e ha convocato le elezioni politiche anticipate per il prossimo 23 luglio. La decisione segue la sconfitta del suo partito e della coalizione di governo alle amministrative di ieri in tutto il Paese, che hanno segnato l’affermazione dei partiti di opposizione Pp (i Popolari) e Vox e la conquista di molte grandi città, tra cui Barcellona e Siviglia, oltre alla conferma della Comunità autonoma di Madrid (dove ha vinto il sindaco uscente) e all’importante, attesa affermazione nella Comunità valenciana.

Nonostante la coerenza di un passo indietro opportuno dopo una sconfitta così pesante, la scelta di Sánchez è arrivata come un fulmine a ciel sereno. “Sarò breve e cercherò anche di essere molto chiaro”, ha esordito il premier all'inizio di una dichiarazione istituzionale annunciata soltanto un'ora prima. “Ho appena avuto una riunione con Sua Maestà il re, nel corso della quale ho comunicato al capo dello Stato la decisione di convocare un Consiglio dei ministri oggi pomeriggio per sciogliere le Corti e convocare elezioni generali”, ha scandito il presidente del Consiglio.

Le elezioni politiche si terranno il 23 luglio, quando sarà iniziato da poco il semestre spagnolo di presidenza dell'Unione Europea. “Ho preso questa decisione alla luce dei risultati delle elezioni di ieri” ha poi spiegato Sánchez. “Anche se il voto di ieri era regionale e locale, il significato del risultato va oltre - ha aggiunto il premier - e come primo ministro e segretario generale del Partito socialista, lo assumo in prima persona”.

Sulla presidenza europea, Sánchez ha detto che la Spagna “sta per assumere una responsabilità molto importante” e che l'esito di ieri porta a “suggerire un chiarimento” sulla volontà degli spagnoli, sulle “politiche che deve applicare il governo” e “sulle forze politiche che devono guidare questa fase”. Sánchez ha poi anche detto che le elezioni di ieri hanno come conseguenza il fatto che “magnifici presidenti regionali e sindaci socialisti si vedranno messi da parte con unagestione impeccabile” e che “diverse istituzioni” passeranno nelle mani di “Pp e Vox”.

Alle amministrative di ieri, una delle battute d'arresto più dolorose per i socialisti del premier Sánchez arriva dall'Estremadura, tradizionale feudo del centrosinistra: con lo scrutinio praticamente completato (oltre il 99%), la maggioranza nel Parlamento regionale passa infatti al blocco conservatore formato da Partito popolare e Vox. In caso di un'intesa post-elettorale tra queste due formazioni, il governo della Comunità autonoma passerà di mano.

Lo stesso scenario è plausibile in almeno altre tre delle 12 Comunità autonome in lizza ieri: Comunità Valenciana, Aragona e Baleari. “Abbiamo fatto il primo passo per aprire un nuovo ciclo politico in Spagna” ha commentato il leader popolare, Alberto Núñez Feijóo.