La protesta

Nuovo giorno di mobilitazione per gli agricoltori: blocchi stradali a Orte, Milano e Alessandria

Il ministro Lollobrigida al presidio a Verona: "Il governo è consapevole delle istanze del settore". Si mobilita anche la Sardegna: in marcia per il blocco del porto a Oristano, bivacchi nello scalo di Cagliari, domani manifestazione a Matera

Non si ferma la protesta degli agricoltori in varie località d'Italia. Tanti i presidi e le manifestazioni oggi in diverse città, molte quelle previste per domani.

A Orte, nel Lazio, a bordo dei loro trattori, gli agricoltori hanno percorso la strada statale 675 fino al punto di inversione di marcia, creando una fila lunga oltre un chilometro di mezzi pesanti commerciali che procedevano in direzione di Terni, paralizzando la circolazione.

I mezzi agricoli, circa 40, stavolta invece di fare la solita spola partendo dalla rotatoria davanti al casello fino all'imbocco della superstrada, hanno deciso di cambiare percorso marciando a velocità bassissima sulla strada statale 675 che, partendo dal casello porta fino a Terni. Dietro i mezzi pesanti in pochi minuti si è creata una lunga fila di camion che, normalmente uscendo dall'autostrada percorrono quella tratta per arrivare alla città umbra. Sul posto gli agenti della polizia stradale, intervenuti per cercare di ripristinare il normale flusso veicolare.

In Lombardia blocchi sia a Brescia, dove il casello ostruito dai mezzi agricoli ha creato una colonna che ha impedito per alcune ore il passaggio dei mezzi in uscita e in entrata, sia a Melegnano in provincia di Milano, dove gli agricoltori del coordinamento Riscatto Agricolo in protesta hanno bloccato il traffico sulla strada Binasca nella zona del casello dell'Autostrada del Sole sfilando in corteo con i trattori per un'ora. La situazione è poi tornata alla normalità. La protesta a Brescia è proseguita sotto la sede di Coldiretti.

Oltre 200 i trattori a Novara. Trattori in strada anche ad Alessandria, dove da sabato scorso gli agricoltori hanno aperto un presidio nella centrale piazza d'Armi e lunedì hanno marciato a piedi fino alla Prefettura.  

Sui trattori visibili bandiere tricolori, ma anche alcune bandiere nere con il teschio e le tibie incrociate. Numerosi i cartelli che riportavano gli slogan della protesta: "No farmers No food" "senza agricoltura niente cibo e niente futuro", "coltiviamo il nostro e vostro futuro".  Non mancavano anche gli avvisi funerari che annunciavano la morte dell'agricoltura. Imponente lo schieramento di Polizia, Carabinieri e polizia locale che ha accompagnato il corteo cercando di gestire con ordine la disposizione dei mezzi nel piazzale. 

Trattori in centro anche Cuneo: 40 i mezzi arrivati in città dove il corteo ha sfilato su corso Nizza fino a piazza Galimberti. La protesta degli agricoltori ha raccolto qualche applauso da chi era in strada e la curiosità degli abitanti.

Al presidio a Verona all'esterno di Fieragricola è arrivato il ministro dell'Agricoltura, Francesco Lollobrigida, ha incontrato i rappresentanti del movimento dei trattori, ha dialogato con i portavoce del gruppo, annunciando che, dopo l'inaugurazione della fiera, l'incontro con una loro delegazione ristretta, spiegando che il Governo è consapevole delle istanze del settore. "Non ci devono essere agricoltori contro agricoltori" ha ripetuto più volte il ministro. Davanti alla fiera circa 300 manifestanti.

"Dobbiamo proteggere il Made in Italy - ha sottolineato Lollobrigida - perché siamo una nazione piccola. Se non difendiamo questo livello di qualità, il giusto prezzo, il giusto reddito dei nostri agricoltori, noi come nazione perdiamo il senso di esistere. Il made in Italy è un sistema ampio che ci siamo conquistati con la nostra storia, con la nostra cultura, con millenni di contaminazioni anche di altre culture, che abbiamo saputo mettere insieme e offrire al resto del mondo". 

 

La mobilitazione dei trattori ha toccato anche L'Aquila con tre giorni di presìdi e cortei da parte degli agricoltori riuniti sotto la sigla del 'Movimento spontaneo agricoltori Cospa Abruzzo'. 

Da oggi  fino a venerdì continua il sit-in città. Domani partirà un corteo dalle 9.30 che interesserà anche la Sr 17 bis, via Panella. Disposti divieti e rimozioni da oggi a venerdì nelle aree interessate dai presìdi e dal corteo.

Mobilitata anche la Sardegna: prima notte davanti al porto di Cagliari per pastori e agricoltori che, da ieri mattina, protestano contro le politiche dell'Unione europea sulle produzioni nelle campagne sarde. 

I manifestanti hanno passato la notte sotto i gazebo e nelle cabine dei trattori riscaldati da un falò. "Siamo pronti a un'altra giornata di battaglia - ha detto Giorgio Congia, uno dei portavoce della protesta - continueremo con i blocchi a singhiozzo. Nel frattempo la mobilitazione si allarga: i trattori hanno raggiunto il porto industriale di Oristano, mentre venerdì alle 10 si aprirà un altro fronte della protesta a Muros, in provincia di Sassari. "Siamo stanchi - ribadisce Congia- di farci dire dall'Ue come dobbiamo lavorare. Abbiamo rivendicazioni concrete su Irpef e credito d'imposta: qualcosa ci era stata concessa, ma poi non è stata confermata. E intanto le campagne sono in crisi".

In Sicilia a Modica una lunga fila di trattori ha sfilato per strada, creando problemi al traffico. Domani il sindaco di Ragusa ha organizzato un tavolo con i sindaci della provincia e gli addetti del comparto agricolo.

Nuova manifestazione in preparazione a Udine, in Friuli Venezia Giulia, dopo i presidi dei giorni scorsi. Lo ha

"La mobilitazione va avanti", ha dichiarato il portavoce della protesta dei trattori Massimo Lauzzana. "Vogliamo semplicemente difendere il nostro lavoro, perché ci troviamo in difficoltà - ha spiegato - ma difendere anche il lavoro delle altre persone. Non vogliamo creare disordini, pensiamo che il bene comune debba prevalere sull'interesse individuale". Lauzzana ha anche riferito che venerdì prossimo gli agricoltori di questa protesta si riuniranno per programmare altre manifestazioni.

Non c'è alcuna manifestazione in atto o in programma invece nelle altre tre province della regione, Trieste, Gorizia e Pordenone. Tra i manifestanti ci sono anche i produttori di latte i quali sottolineano che "il prezzo è uguale a 40 anni fa" e che "la zootecnia sta morendo", molti produttori stanno pensando di lasciare. 

Per domani a Matera i manifestanti hanno programmato una marcia di trattori in città. All'origine della protesta i rincari delle materie prime, i costi energetici alle stelle, gli squilibri nella filiera che vedono le quotazioni delle materie prime agricole sempre più residuali, le criticità che riguardano la nuova Pac 2023-2027, le questioni legate alla manodopera agricola, la legge finanziaria e i mancati esoneri contributivi, la reintroduzione della tassazione per i beni fondiari, l'eccessiva burocrazia, i danni da fauna selvatica in particolare dei cinghiali e le frequenti emergenze climatiche.