Camera, Meloni prima del Consiglio Ue: "Putin ritiri le truppe". Ok alla risoluzione di maggioranza

Su Gaza, sì al "cessate il fuoco", no a un'operazione a Rafah ma anche a "ripristinare fondi all'Unrwa prima di far luce". Opposizioni all'attacco, Conte: "Ci porta alla guerra mondiale". Schlein: "Nel 2018 si congratulava con il presidente russo"

Giovedì e venerdì i capi di governo dei 27 paesi dell'Unione europea si riuniranno nel Consiglio europeo e, come è prassi, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni illustra al Parlamento le posizioni che l'Italia porterà avanti a Bruxelles. Al suo fianco entrambi i vice premier, Antonio Tajani e Matteo Salvini. Ieri Meloni era intervenuta nell'aula di Palazzo Madama, oggi alla Camera dei deputati. Il dibattito si è concluso con la messa ai voti delle risoluzioni, identiche a quelle già votate ieri in Senato: è stata approvata quella di maggioranza, via libera  anche alle parti delle risoluzioni presentate da Italia viva e Azione sulle quali il governo aveva espresso parere favorevole, respinte le altre. I testi delle risoluzioni sono gli stessi di quelle già votate ieri al Senato. 

L'applauso per Alpi e Hrovatin

La premier ha raccolto un applauso di tutti i parlamentari presenti quando, in apertura del suo discorso, ha ricordato Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, la giornalista e l'operatore del Tg3 uccisi in Somalia nel 1994: "Ricorrono i 30 anni dall'agguato che ha spezzato le loro vite. Ilaria Alpi è una delle donne che ho citato nel mio discorso di insediamento alle Camere, il suo coraggio è il coraggio delle donne italiane e a lei dobbiamo essere tutti grati, in particolare le donne".

"Sull'Ucraina rispettiamo gli impegni"

"Ho sentito parlare di una posizione non chiara del governo - ha affermato Meloni - Penso che oggettivamente non sia sostenibile la tesi per cui la posizione del governo italiano al cospetto mondo non si a chiara in tema Ucraina: penso sia chiaro a tutti, salvo alcuni all'interno quest'aula, che grazie al fatto che al governo c'è la maggioranza di centrodestra l'Italia è una nazione che rispetta gli impegni. Non possiamo dire che sarebbe la stessa cosa nel caso in cui al governo ci fosse l'attuale opposizione". 

"Quello che oggi si chiama stallo è un equilibrio che consente all'Ucraina di resistere che è la precondizione per cercare di garantire dei negoziati", ha aggiunto, "Putin durante il G20 sosteneva una tesi del tipo: noi vorremmo la pace ma gli altri non la vogliono gli altri e gli ho risposto. È molto facile, ritiri le truppe è avrà la pace come lei ha voluto la guerra". Lo ha detto la premier Giorgia Meloni durante la replica alla Camera dopo il dibattito sulle comunicazioni in vista del Consiglio Ue. "Per questo - ha concluso - continuo a ritenere che quello che stiamo facendo è propedeutico a una pace a meno che non si intenda l'idea che è meglio vivo sotto una vita dura" ma "su questo non sono d'accordo, è una posizione che fa strali di secoli di storia europea". 

"Mi si dice di parlare con Orban e con Salvini per chiarire il sostegno all'Ucraina - ha proseguito - in entrambi i casi contano le decisioni e i voti. Il governo italiano ha una posizione chiara e in Ue" e tra le altre cose "siamo riusciti a garantire la revisione del bilancio pluriennale che consente di sostenere l'Ucraina per i prossimi 4 anni". 
"Quando io parlo con le persone con cui ho buoni rapporti porto a casa dei risultati", ha poi rivendicato, invitando i parlamentari del Pd esortandoli a fare lo stesso con il M5s sull'Ucraina. 

Gaza, “ripristinare i fondi all'Unrwa prima di fare luce sarebbe un errore”

Passando al conflitto in Medio Oriente, Meloni ha risposto a una sollecitazione di Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra Italiana, dicendosi in disaccordo "sul tema del ripristino immediato dei fondi a Unrwa: finché non è stata fatta piena luce sull'utilizzo delle risorse, non si deve fare questo errore. Non significa non occuparsi dei civili a Gaza: mentre noi sospendiamo i fondi a Unrwa, altre associazioni operano, abbiamo trasferito 20 milioni di euro a Croce Rossa e Mezzaluna Rossa. E oggi stiamo per stanziare ulteriori risorse per Food for Gaza per coordinare meglio gli aiuti".

“È importante ricordare chi ha scatenato il conflitto”, cioè Hamas, ha rimarcato, "ma penso anche ci siano alcune cose che vanno fatte. Sulle quali anche l'Italia cerca di avere una posizione chiara. Particolarmente per quello che sta accadendo a Gaza. Temiamo un crescente isolamento di Israele. Anche nell'interesse di Israele occorre ribadire con chiarezza la nostra contrarietà a un'operazione militare di terra a Rafah che potrebbe avere effetti catastrofici"

 “Bisogna avviare soluzioni concrete per una soluzione strutturale della questione palestinese”, sottolinea Meloni, "nello scorso consiglio europeo non è stato possibile arrivare a conclusioni chiare, c'erano molte divergenze sul punto. L'impegno italiano deve essere quello di fare in modo che il consiglio europeo possa terminare con una posizione chiara su questa materia. ontinuiamo a lavorare a un prolungato cessate il fuoco per il rilascio incondizionato degli ostaggi, ad aiuti umanitari massicci. Mi dispiace di non aver sentito il riferimento ai civili israeleiani in diversi interventi che ci sono stati nell'Aula".

“Ondata di antisemitismo grave e preoccupante”

La presidente del Consiglio ha poi denunciato una “grave e preoccupante ondata di antisemitismo , anche nella nostra opinione pubblica”, aggiungendo di considerare “preoccupante” in particolare "che il Senato accademico dell'Università di Torino scelga di non partecipare al bando per la cooperazione scientifica con Israele. E lo faccia dopo un'occupazione da parte dei collettivi. Se le istituzioni si piegano a questi metodi rischiamo di avere molti problemi".

Il piano di ripresa “non sta andando come qualcuno temeva”

Sull'erogazione dei fondi europei di Next generation Eu in base al Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) presentato da Roma, “fortunatamente non sta andando come qualcuno temeva o forse sperava”, ha detto Meloni, e quello che mi stupisce è che invece di essere contenti che l'Italia sta facendo bella figura vi dispiaccia".  

Le opposizioni

Giuseppe Conte a Meloni: ci sta portando alla terza guerra mondiale

"Lei oggi si presenta senza soluzioni, non vuole inviare le truppe in Ucraina, non vuole trattare con Putin, non vuole partecipare a un tavolo di pace, ha messo l'Italia in un vicolo cieco. Negoziare le migliori condizioni per l'Ucraina è l'unico modo per evitare la terza guerra mondiale", ha detto il presidente del Movimento 5 stelle Giuseppe Conte parlando in Aula alla Camera. 

"Gli italiani non vogliono la terza guerra mondiale dove lei ci sta portando", ha aggiunto, "che cosa ne è della scommessa che ha fatto sulla vittoria militare contro la Russia? Che cosa abbiamo prodotto con questa strategia? Morti, distruzione, indebitamento degli italiani. E lei ha guadagnato un bel bacio sulla testa per la fedeltà che ha dimostrato nei confronti di Washington. Lei si presenta senza soluzioni: non vuole inviare le truppe in Ucraina, non vuole trattare in Ucraina e non vuole nemmeno un negoziato. Dobbiamo inviare le nostre truppe per una vittoria militare? Lei ci porterà a questo quando gli Usa decideranno che questa sia la soluzione. Ha messo l'Italia in un vicolo cieco. Perché non ha voluto riconoscere che negoziare le migliori condizioni dell'Ucraina è l'unico modo per sfuggire alla terza guerra mondiale? Tiri fuori il coraggio! Renda l'Italia protagonista per una via d'uscita".

Quanto alla Striscia di Gaza, “ci dica quando si attiverà per porre fine alla carneficina che ha portato finora a oltre 30 mila morti”, ha chiesto Conte, "mi vergogno della copertura che fino dall'inizio ha offerto al governo Netanyahu addirittura con l'astensione all'Onu sul cessate il fuoco". 

Elly Schlein: Meloni chieda ad al-Sisi gli indirizzi degli assassini di Regeni
 

"Quando va in Egitto pretenda da al Sisi gli indirizzi dei 4 assassini che hanno ucciso un ricercatore italiano, un ricercatore europeo, questo dovrebbe chiedere ad al Sisi", dice in aula alla presidente del Consiglio Elly Schlein, segretaria del Partito democratico. Sull'Ucraina, ha rinfacciato a Meloni una dichiarazione del 2018 in cui si complimentava con il presidente russo Vladimir Putin per la precedente rielezione. "Ce ne ha messo un po' di tempo a capire che Putin non è un fiero democratico e per questo la ringraziamo. Del resto quel che resta di Meloni di una volta è poco", ha ironizzato. Schlein ha poi ripetuto che “abbiamo sempre sostenuto che sia doveroso sostenere con ogni forma di supporto il popolo ucraino”, specificando però che i democratici sono “contrari alla proposta francese di inviare truppe sul campo” e invocando "una pace giusta e duratura che restituisca libertà e autonomia agli ucraini".