Dopo elezioni

Iran, i 'falchi' dominano le legislative e diminuisce il numero delle donne, anche elettrici

La Repubblica islamica annuncia la nuova Assemblea degli Esperti dopo il voto di venerdì, segnato da un forte astensionismo. Avrebbero votato solo 25 sui 61 milioni di aventi diritto, una popolazione con un'età media di 33 anni

Iran, i 'falchi' dominano le legislative e diminuisce il numero delle donne, anche elettrici
ap
Iran, due donne senza velo islamico obbligatorio nella moschea dell'Imam di Teheran

Secondo i primi risultati, ancora non definitivi, i politici iraniani della linea dura oltranzista, hanno dominato il voto per il rinnovo del Paese. 

Annunciati i nomi dei nuovi membri dell'Assemblea degli Esperti, l'organo che ha il compito di nominare o eventualmente revocare il potere della Guida Suprema nella Repubblica islamica.  "L'elezione degli 88 membri dell'Assemblea è stata completata in tutte le 31 circoscrizioni", ha dichiarato il portavoce del comitato elettorale, Mohsen Eslami, citato dall'agenzia Irna. Tra loro Alireza Araafi, già membro del Consiglio dei Guardiani, un organismo costituzionale della Repubblica islamica, Mohsen Qomi, già vice consigliere della Guida suprema per le comunicazioni internazionali, e Hosseinali Saadi. Per il majles (Parlamento) eletti i candidati in 245 seggi su 290. Per i restanti 45 sarà necessario un ballottaggio, che si terrà ad aprile o maggio, poiché nessuno è riuscito ad ottenere il 20% dei voti. 

Discussioni sono già aperte anche sui social media, per il successore dell'85enne Ali Khamenei: alcuni vedono l'attuale presidente Ebrahim Raisi e altri Mojtaba Khamenei, il figlio del Grande ayatollah, come i nomi più quotati per diventare la prossima Guida Suprema.

Donne velate al voto AFP
Donne velate al voto

In attesa dei dati definitivi del voto di venerdì, le autorità confermano un'affluenza del 41% tra le più basse della storia della Repubblica islamica. Nel 2020 fu del 42,57%. A Tuttavia secondo gli osservatori internazionali, il dato sarebbe ancora più basso, ovvero del 35%, e perfino del 15% a Teheran. Non sono bastati la proroga di sei ore sull'apertura dei seggi e gli appelli delle autorità, uno lanciato ai cittadini perfino da Khamenei, che aveva avvertito: il voto è "una questione di sicurezza nazionale”. 

La poca partecipazione è dovuta a una certa sfiducia degli elettori su un reale cambio della dirigenza, con buona parte della popolazione (l'età media in Iran è di 33 anni) che chiede riforme strutturali: economiche, sociali e ambientali, mentre gli oppositori chiedono il completo rovesciamento della teocrazia al potere.

Un seggio elettorale e Teheran Afp
Un seggio elettorale e Teheran

Secondo un'analisi dell'Associated Press, dei 245 politici eletti, 200 sono sostenuti da gruppi dell'ala radicale. L'analisi ha identificato solo circa 45 legislatori entranti come relativamente moderati, conservatori o indipendenti. 

L'attuale parlamento comprende 18 politici favorevoli alle riforme e altri 38 identificati come indipendenti. Tra coloro che hanno ottenuto un seggio, solo 11 sono donne. In diminuzione se si considera che l'attuale Parlamento conta 16 deputate. Proprio loro, le iraniane, che hanno guidato la protesta di massa del 2022/2023 seguita al caso Mahsa Amini la studentessa curda-iraniana morta per un velo messo male. La rivolta ha poi coinvolto altri strati della società civile, uomini, studenti, divenendo una delle proteste anti-governative più minacciose dai tempi dell'insediamento della Rivoluzione nel 1979. Quasi 600 le vittime della repressione finita nel sangue, 20mila gli arresti e 9 le esecuzioni capitali, alcune delle quali mostrate in pubblico.

 

Insomma quello dell'astensione è un messaggio inequivocabile rivolto agli ayatollah. Alcune figure di spicco nel Paese, come la premio Nobel per la pace 2023 Narges Mohammadi, dal carcere di Evin dove è attualmente detenuta, hanno esortato a boicottare le elezioni e criticato la scelta del Consiglio dei Guardiani (che fa da Commissione elettorale) nella scelta dei candidati a prevalenza conservatori. 

In Iran, “le donne conducono le più forti azioni di disobbedienza civile” ha detto Mohammadi al prestigioso quotidiano occidentale Le Monde mentre il voto era in corso e mentre la magistratura iraniana pronunciava la condanna a 3 anni e 8 mesi di carcere per il cantante Shervin Hajpour autore della colonna sonora delle proteste del movimento Donna Vita Libertà. E anche la diaspora iraniana all'estero si è fatta sentire.

Tutto questo mentre Teheran tesse la tela di una geopolitica difficile e controversa, accusata di condurre una 'guerra per procura' nel conflitto israelo-palestinese verso quelli che considera da sempre suoi nemici storici: Israele e Stati Uniti". E ancora quella di sostenere l'invasione russa dell'Ucraina tramite la vendita di droni Shahed di sua fabbricazione a Mosca.