Roma, teatro Quirino

Ecco il volto del "capitano Ultimo", Sergio De Caprio si mostra e scende in campo con Cateno De Luca

Il carabiniere antimafia che arrestò Totò Riina ha abbassato il passamontagna che lo ha accompagnato per anni a protezione della sua identità dando il via alla campagna elettorale

Lancia la sua candidatura alle Europee nella lista di Cateno De Luca 'Fronte della Libertà', l'ex carabiniere anti-mafia Sergio De Caprio, conosciuto da tutti come “capitano Ultimo”. Il celebre servitore dello Stato che ha arrestato anche Totò Riina, per anni coperto dal passamontagna per preservarne l'identità, ha deciso di scendere in campo “lontano dai partiti dei padroni di sempre e di tutto”. 

Lo ha fatto davanti a una platea gremita al Teatro Quirino di Roma: “Oggi, dopo 31 anni, tolgo la copertura al mio volto, la mia ultima difesa dalla mafia, perché a viso aperto voglio continuare a servire il popolo italiano con lo stesso coraggio, con la stessa umiltà che ho avuto da carabiniere della gente”.

L'obiettivo di De Caprio, che ha raccontato la sua storia anche nel docufilm con Roul Bova “Capitano Ultimo, le ali del falco”, è centrato in particolare sulla sostenibilità: "costruire l'Europa delle città, degli ecosistemi, dell'energia rinnovabile, dei cittadini e dei loro sindaci che si autodeterminano per costruire, insieme, l'unica politica possibile, la politica del bene comune. Si, lo faremo insieme e non c'è cosa più grande, per me". 

Mafia: Dopo 17 Anni Parlano Uomini Che Catturarono Riina. . La squadra del capitano Ultimo Ansa
Mafia: Dopo 17 Anni Parlano Uomini Che Catturarono Riina. . La squadra del capitano Ultimo

La storia del “capitano Ultimo”

Vichingo, Arciere, Omar, Petalo, Pirata, Alchimista, erano alcuni dei nomi in codice degli investigatori che coordinava il capitano Ultimo. Sergio De Caprio è diventato celebre per aver arrestato nel 1993 il boss di Cosa Nostra Totò Riina. Nato nel 1961 a Montevarchi, in provincia di Arezzo, comincia la sua carriera nell'Arma come Comandante della Compagnia di Bagheria, in Sicilia. Nel 1985 arresta Vincenzo Puccio e Antonino Gargano, braccio destro di Bernardo Provenzano. 

Trasferito a Milano diventa capitano del Ros (Raggruppamento operativo speciale), lì crea un’Unità Militare Combattente operativa a Palermo dal settembre 1992 al 1997, il Crimor. 

Con il generale Mario Mori, uno dei fondatori del Ros, viene rinviato a giudizio per favoreggiamento con Cosa Nostra, per aver omesso di informare la Procura che il servizio di osservazione alla casa di Riina era stato sospeso, causando così, secondo l'accusa, un ritardo nella perquisizione del covo del boss. Nel 2006 i due vengono prosciolti "perché il fatto non costituisce reato".

Nel 2000 De Caprio viene trasferito per sua volontà al Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri (Noe) di Roma con il ruolo di vice comandante. Sotto il suo comando, viene arrestato il presidente di Finmeccanica Giuseppe Orsi e l'ex presidente della Regione Lazio Bruno Landi. Come vice comandante del Noe segue il caso della Cpl Concordia. 

Nel 2015 fonda una associazione solidaristica, la “Volontari Capitano Ultimo Onlus”. 

Dal 2016 all'Aise, il servizio segreto per l'estero, dirige l'ufficio affari interni.

Nel 2017 viene restituito all'Arma perché, dopo il caso Consip “è venuto meno il rapporto di fiducia”. Nel 2018 rinuncia all’onorificenza di Cavaliere della Repubblica ricevuta il 2 giugno 2017. 

Su di lui sono stati scritti libri e film, nella sua biografia “Fermate il capitano Ultimo” ha scritto: “Dopo le inchieste sulla Lega, su Finmeccanica e sulla Cpl Concordia, l’ordine era di fermarmi. L’hanno fatto". Ora è tornato e ci mette la faccia.