L'anarchico al 41 bis

La Procura contraria alla revoca del 41 bis. Nordio: "Donzelli non ha violato segreti"

Il legale: "Situazione estremamente critica, non c'è più tempo". La Cassazione anticipa al 24 febbraio l'udienza sul 41bis. Telefonata al Resto del Carlino: ci sarà un attentato a Bologna
La Procura contraria alla revoca del 41 bis. Nordio: "Donzelli non ha violato segreti"
Ansa
Una manifestazione

Caso Donzelli, Carlo Nordio: la relazione del Dap su Cospito non è coperta da segreto

"La natura del documento non rileva e disvela contenuti sottoposti al segreto investigativo o rientranti nella disciplina degli atti classificati". Lo afferma il ministro della Giustizia Carlo Nordio con riferimento al documento citato dal deputato Giovanni Donzelli in Parlamento sul caso Cospito. "La rilevata apposizione della dicitura "limitata divulgazione", presente sulla nota di trasmissione della scheda, rappresenta una formulazione che esula dalla materia del segreto di Stato e dalle classifiche di segretezza, disciplinate dalla legge 124/07 e dai Dpcm di attuazione ed esclude che la trasmissione sia assimilabile ad un atto classificato, trattandosi di una mera prassi amministrativa interna in uso al Dap a partire dall'anno 2019, non disciplinata a livello di normazione primaria". Lo afferma il ministro Nordio sempre con riferimento al documento citato in Parlamento dal deputato di FdI Giovanni Donzelli. 

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Debora Serracchiani: nel carcere di Sassari nessuno ci ha ordinato niente

"Quando siamo arrivati" al compound di quattro celle in cui era detenuto anche Cospito, "è chiaro che la polizia ci ha portato davanti alla cella di Cospito, ma io stavo già parlando con il detenuto della terza cella, Verini con quello della quarta. Inutile dire che 'Cospito vi ha ordinato'" di parlare con gli altri detenuti: "è una cretinata. Nessuno ci ha ordinato niente".  Comincia così la ricostruzione della capogruppo dem alla Camera, Debora Serracchiani, sulla visita della delegazione del Pd al carcere di Sassari, dove era detenuto Alfredo Cospito in regime di 41 bis. "Cospito ha detto - ricorda Serracchiani - 'non parlate solo con me ma anche con gli altri detenuti' e noi gli abbiamo risposto 'Guardi, che lo avremmo anche fatto'. Ricordo che Andra Orlando ha detto: 'Se non vuole parlare, noi siamo venuti qui semplicemente a vedere le sue condizioni di salute'. Questo è quel che è stato. Io ho parlato con quei detenuti come avrei parlato, e ho parlato, con qualunque detenuto incontrato quel giorno in carcere". Le ricostruzioni che si discostano da quanto accaduto, aggiunge Serracchiani, sono "fango, e miseria di chi non sa come venir fuori da una situazione in cui si è ficcato". Prima di arrivare alla cella di Cospito, ripercorre ancora Serracchiani, "abbiamo parlato a lungo con la direttrice a scavalco" del carcere e abbiamo parlato a lungo con il capo della polizia facente funzione. Poi abbiamo visitato la parte dei detenuti comuni, abbiamo visto dove sono le donne e dove sono purtroppo anche dei bambini. Abbiamo visto le infermerie dove vengono curati tutti i detenuti e abbiamo parlato anche con il medico che ha in cura in particolare i detenuti al 41 bis". Dopodiché, aggiunge Serracchiani, "siamo andati nella sezione del 41 bis, formato da dei compound di 4 celle. In uno di questi settori da quattro celle ci sono quattro detenuti, uno di questi detenuti è Cospito. Come è fatto il compound? Tu entri - è la descrizione di Serracchiani - e c'è un unico corridoio e tutte e quattro le celle si affacciano su quel corridoio, è piccolo. Per cui se entri in quel corridoio, inevitabilmente se loro si affacciano alla cella, li vedi e parli con tutti e quattro. Cosa che avremmo comunque fatto a prescindere da qualunque cosa avesse detto Cospito", conclude.

La figlia di Pinelli: "Ora conta solo che non muoia"

Sulla vicenda di Alfredo Cospito, Silvia Pinelli, la figlia dell'anarchico Giuseppe Pinelli precipato dal quarto piano della Questura di Milano nel 1972, ritiene che "ora l'importante è che interrompa lo sciopero della fame e non muoia". Poi, ha aggiunto nel suo intervento a un dibattito in corso a Milano, "penseremo a che carcere vogliamo". 

Giorgia Meloni: Cospito sparò ancora dopo che ebbe la grazia nel 1991

 "Una cosa interessante che non si è notata: Cospito nel 1991, già in carcere, decise di fare lo sciopero della fame, e venne graziato. Lo Stato lo ha graziato ed è andato a sparare a della gente. Non stiamo parlando di una vittima, per come la vedo io. È possibile che oggi ritenga che tornando a fare lo sciopero della fame, potrebbe...". Lo ha detto la presidente del Consiglio dei ministri Giorgia Meloni su Rete4.  “Penso che bisogna fare un po' di chiarezza - ha proseguito - Chi è Alfredo Cospito? È un anarchico, in carcere perché condannato per il reato di strage e perché tra le altre cose ha sparato alle gambe di un dirigente di Ansaldo nucleare. Cospito finisce al 41 bis perché durante la detenzione mandava o trovava il modo di fare arrivare messaggi agli anarchici che erano fuori dicendo ‘continuate la lotta, organizzatevi’”. Il 41 bis "è un istituto preciso - ha aggiunto - che viene preso in considerazione in base alla gravità del reato e alla capacità che si ha di comunicare con l'esterno e se c'è una pericolosità in quella comunicazione. Cospito per questo finisce al carcere duro e comincia a fare lo sciopero della fame non solo perché rifiuta il carcere duro ma anche perché rifiuta l'istituzione del carcere". Ha inoltre fatto notare la premier che "a corredo della situazione" dello sciopero della fame di Alfredo Cospito, "gli anarchici di vario genere in tutta Europa cominciano a minacciare lo Stato italiano, ad avviare una battaglia contro lo Stato, in forza della quale sono saltate in aria auto di nostri diplomatici, di persone che lavorano per lo Stato. Lo Stato deve indietreggiare o no nel momento in cui è minacciato da gente che dice 'se non togliete il 41 bis, se non togliete Cospito dal 41 bis noi vi facciamo saltare in aria'?".

Occupata un'aula alla Sapienza: "Usciremo per il corteo di sabato" contro il 41 bis

"Per quando riguarda l'organizzazione del corteo comunichiamo che da stasera rimarremo qui e usciremo sabato". Così è stata annunciata l'intenzione di "occupare" l'aula 1 della facoltà di lettere dell'università La Sapienza, nel corso dell'assemblea pubblica in solidarietà con Alfredo Cospito e contro il 41 bis. Alcune decine di persone hanno intanto manifestato a Genova, non si sono registrati incidenti.

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Debora Serracchiani (Pd) torna a chiedere le dimissioni di Giovanni Donzelli e Andrea Delmastro (Fdi)

C'è "una sola via d'uscita" su quanto accaduto: "le dimissioni dal ruolo di vicepresidente del Copasir di Donzelli e le dimissioni con revoca delle deleghe di Delmastro da sottosegretario, per giunta con delega al Dap. Perché quello che sta emergendo per stessa ammissione di Delmastro, che oggi ha detto di aver passato a Donzelli informazioni riservate, è di una gravità inaudita": lo afferma la capogruppo dem alla Camera, Debora Serracchiani, sul caso Cospito.

Il legale: "Situazione estremamente critica, non c'è più tempo"

"Dopo oltre 105 giorni di sciopero della fame la situazione è estremamente critica. Attendiamo le determinazioni ma qualcuno faccia sapere in tempi rapidi ad Alfredo Cospito se il provvedimento verrà revocato. Non c'è più tempo". Lo ha detto l'avvocato Flavio Rossi Albertini, difensore dell'anarchico Alfredo Cospito, prima di un evento a Milano. Cospito oggi "l'ho trovato come una persona che non si alimenta da 105 giorni - ha concluso - è un uomo provato da questo lungo sciopero". 

Francesco Saluzzo, procuratore generale di Torino, ha dato parere contrario alla revoca del 41-bis

Parere contrario alla revoca del 41 bis ad Alfredo Cospito è stato dato al ministero della Giustizia dal procuratore generale del Piemonte, Francesco Saluzzo. Lo scrive l'agenzia Ansa citando fonti qualificate, secondo le quali il documento conterrebbe dei riferimenti alla necessità di monitorare costantemente le condizioni di salute del detenuto. 

Caso Donzelli, il Giurì d'onore sarà annunciato domani alla Camera

Verrà annunciata domani nell'Aula della Camera la costituzione del giurì d'onore che è stato chiesto dalle opposizioni dopo le affermazioni, pronunciate lo scorso 31 gennaio nell'Emiciclo di Montecitorio, da Giovanni Donzelli (Fdi) nei confronti di contro quattro deputati deputati del Pd tra cui il capogruppo Debora Serracchiani. A quanto apprende l'ANSA, il giurì, le cui conclusioni sono inappellabili (la relazione conclusiva viene semplicemente letta in assemblea ma non viene discussa né votata) sarà composto da cinque deputati, ma non si sa ancora chi lo presiederà: il vicepresidente Giorgio Mulè si è detto a ciò indisponibile in quanto presiedeva l'Assemblea quando i fatti sono avvenuti.  Il regolamento della Camera (all'articolo 58) stabilisce che, quando nel corso di una discussione, un deputato sia accusato di fatti che ledano la sua onorabilità, egli può chiedere al presidente della Camera di nominare una commissione - il cosiddetto Giuri' d'onore, appunto - per giudicare la fondatezza dell'accusa. Alla commissione può essere assegnato un termine per presentare le sue conclusioni alla Camera che ne prende atto senza dibattito nè votazione. Non è specificato il numero dei giurati, che solitamente sono stati solo un paio. Si tratta, dunque, di uno strumento eminentemente interno, che come è stato più volte autorevolmente ribadito, non ha poteri assimilabili a quelli dei magistrati e il suo ambito di azione è solamente interno. Si tratta di un retaggio ottocentesco, che era già previsto nel Parlamento del Regno d'Italia. Nella Prima Repubblica si fatto sovente ricorso al Giurì d'onore. Famosi sono rimasti quelli che riguardarono il democristiano Paolo Cirino Pomicino ed il socialista Franco Piro e, ancor prima, quello tra il missino Giorgio Pisanò e il democristiano Bisaglia. Nella Seconda Repubblica a subirlo uin paio di volte fu Franco Barbato di Italia dei Valori. A volte il giurì viene evitato se preceduto dalle scuse dell'"accusato". L'unico Giurì d'onore che si ricorda essere stato presieduto dallo stesso presidente della Camera è quello (era il dicembre 1999) su una presunta vicenda di "compravendita" di parlamentari che vedeva coinvolti l'ex leghista Paolo Bampo e Luca Bagliani dell'Udeur. Presieduto da Luciano Violante, venne composto anche dai quattro vicepresidenti di Montecitorio. 

L'udienza sul 41 bis è stata ulteriormente anticipata dalla Cassazione, al 24 febbraio

La Corte di Cassazione ha anticipato al prossimo 24 febbraio l'udienza in cui discutere il ricorso di Alfredo Cospito contro il regime carcerario del 41 bis. Si tratta di un'ulteriore accelerazione, dopo la stessa Cassazione aveva già anticipato al 7 marzo, rispetto alla data originaria del 20 aprile, l'udienza presentata dal legale di Cospito per l'aggravarsi delle condizioni di salute dell'anarchico. 

Proteste per Cospito e contro il 41 bis a Milano, Bologna e Roma: massima attenzione dal Viminale

Si moltiplicano le iniziative di protesta e le manifestazioni della cosiddetta galassia anarchica a sostegno di Alfredo Cospito, detenuto con regime del 41 bis nel carcere di Opera (Milano) e in sciopero della fame dallo scorso ottobre. A Milano, domani pomeriggio gruppi anarchici si sono dati appuntamento alle 18 nell'area della stazione centrale. Sabato 4 febbraio, alle 14:30, è annunciato un presidio nei pressi del carcere di Opera. Anche a Bologna, sul sito web dello spazio anarchico 'Il Tribolo' preannuncia una manifestazione " A fianco di Alfredo, contro il 41 bis e l'ergastolo ostativo" con due appuntamenti: alle ore 17 sotto il Provveditorato regionale dell'amministrazione penitenziaria e poi alle 18:30 davanti al carcere mimorile di via del Pratello. Ma l'attenzione è già alta in queste ore: una manifestazione antagonista si sta svolgendo contro le “retate di polizia” nel quartiere Bolognina. A Roma, sabato 4 febbraio è stata una manifestazione con corteo non autorizzato dalla Questura in piazza Vittorio. Su queste manifestazioni c'è la massima attenzione degli organi polizia e del ministero dell'Interno dopo gli scontri avvenuti sabato 28 gennaio a Roma, nel quartiere di Trastevere, nel corso dei quali è rimasto ferito di un poliziotto. La valutazione dei rischi per l'ordine pubblico e il rafforzamento di siti 'sensibili' sono stati al centro della riunione di ieri del C.A.S.A., il Centro analisi strategiche e antiterrorismo del Viminale. In mattinata, il ministro dell'Interno ha presieduto un Comitato provinciale per l'ordine pubblico nella sede della prefettura di Roma.

La Procura nazionale antimafia: per Cospito 41 bis o alta sicurezza

Alfredo Cospito può restare al 41 bis oppure tornare al regime di alta sicurezza, con tutte però le dovute cautele. Ha una conclusione aperta, che si affida alle valutazioni dell'autorità politica, il parere consegnato dalla Procura nazionale antimafia e antiterrorismo al ministro della Giustizia Carlo Nordio. Un documento lungo una decina di pagine che, a quanto si apprende, non dà dunque un'indicazione netta, pur ribadendo che fu fondata la decisione del 5 maggio del 2022 di applicargli il carcere duro.

Cospito continua a rifiutare gli integratori

Alfredo Cospito continua a non prendere integratori. Lo ha riferito al suo legale, Flavio Rossi Albertini, che oggi e' andato a visitarlo nel carcere di Opera. Una scelta, quella di non assumere un supporto di vitamine e sali, che potrebbe essere pericolosa per la sua salute aggiungendosi al digiuno che si protrae ormai da piu' di cento giorni. "Mi hanno sequestrato i libri che mi ero portato dal carcere di Sassari - ha detto anche al difensore - e pure dei foglietti di bloc notes da mandare alle autorita' che possono vigilare contro la tortura e i trattamenti inumani".

Mulè rinuncia a presiedere il Giurì della Camera su Donzelli

"Nelle ultime quarantotto ore mi sono confrontato con il Presidente della Camera dei deputati, Lorenzo Fontana, per verificare l'opportunità di presiedere la Commissione che dovrà pronunciarsi su quanto successo in Aula martedì 31 gennaio tra l'onorevole Giovanni Donzelli e diversi deputati dell'opposizione". Lo rende noto il vicepresidente Fi della Camera, Giorgio Mulè. I "Dal momento che presiedevo l'Aula quando i fatti sono accaduti - argomenta Mulè-  abbiamo convenuto di non dare seguito all'incarico. Sento il dovere di reiterare un sincero ringraziamento al Presidente Fontana per aver pubblicamente riconosciuto la correttezza delle mie azioni nella funzione di presidente di turno dell'Aula durante la seduta del 31 gennaio".

La compagna di Cospito, detenuta a Rebibbia, ha interrotto lo sciopero della fame

"Non bisogna abbassare la guardia sulle condizioni detentive. La nostra è una battaglia per tutti". Anna Beniamino, compagna di Alfredo Cospito è detenuta nel reparto di alta sicurezza di Rebibbia. Fino a due settimane fa era in sciopero della fame, portato avanti per 37 giorni, poi interrotto perché, come ha detto alla consigliera della Lista Zingaretti della Regione Lazio Marta Bonafoni - da sempre impegnata sulla situazione carceraria - durante una visita in carcere "ho ottenuto il mio obiettivo, parlare delle condizioni di Alfredo Cospito". Beniamino è stata condannata dalla Corte d'Appello di Torino a sedici anni e sei mesi per l'attentato del 2006 contro la Scuola carabinieri di Fossano, in provincia di Cuneo. Cospito per lo stesso fatto è stato condannato a venti anni con l'accusa di strage. La Cassazione, invece, ha ritenuto si trattasse di strage contro la sicurezza dello Stato, un reato che prevede la pena dell'ergastolo ostativo, che non permette di godere cioè di alcun beneficio. Lo scorso dicembre la corte d'Assise d'appello di Torino ha sollevato una questione di legittimita' costituzionale e ha disposto la trasmissione degli atti alla Consulta. "Mi è sembrata fermamente preoccupata per Cospito, una preoccupazione ferma e mai lamentosa. Ha detto di essere preoccupata per le condizioni degli altri carcerati - spiega la consigliera - ha più volte ribadito dell'interesse per gli altri detenuti, in particolare di quelli ristretti nei penitenziari di alta sicurezza come Aquila e Sassari".

Il legale: sequestrato uno scritto a Cospito, è solo in cella 24 ore al giorno, non ha nemmeno un libro

"E' accaduto un fatto molto singolare: Alfredo Cospito aveva predisposto uno scritto da inviare alle autorità che possono riceverli per vigilare contro la tortura, contro i trattamenti inumani e degradanti. Questo foglio contenuto in un block notes gli è stato sottratto, trattenuto, sequestrato da parte del nuovo istituto di Opera. Gli hanno, inoltre, sottratto i libri che provenivano dal carcere di Bancali e quindi non ha più niente da leggere e tanto meno da scrivere".  Lo afferma l'avvocato Flavio Rossi Albertini, dopo avere incontrato l'anarchico in sciopero della fame contro il 41 bis, nel carcere di Opera. Alfredo Cospito è in un "gruppo di 'socialità' composto da tre persone - afferma il suo difensore che lo ha incontrato oggi ad Opera - con grandi problemi di salute e quindi è sostanzialmente da solo, 24 ore su 24 relegato all'interno della cella". L'avvocato Flavio Rossi Albertini afferma inoltre che sabato è stato notificato a Cospito il rigetto dell'istanza di differimento pena da parte del magistrato di Sassari dove era detenuto fino a lunedì. 

Chi sono i quattro boss al 41-bis con cui avrebbe potuto parlare Cospito a Sassari

Sono 85 le persone attualmente recluse al regime di 41 bis nel carcere Bancali a Sassari, lo stesso dove fino a tre giorni fa si trovava anche l'anarchico Alfredo Cospito, poi trasferito ad Opera. Solo quattro, riferisce l'agenzia Ansa, sarebbero però i nomi contenuti nella relazione fornita dal Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria all'ufficio di gabinetto del ministero della Giustizia e al sottosegretario con delega alle carceri Andrea Delmastro: oltre a Cospito, le persone citate sarebbero Pietro Rampulla, Pino Cammarata, Francesco Di Maio e Francesco Presta. 

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Il legale: "Cospito determinato ma consapevole delle conseguenze irreparabili"

"Alfredo è sempre più magro, ha perso 45 chili. La situazione si sta estremamente complicando e si sta andando oltre la soglia critica. È assolutamente determinato ad andare avanti ma è consapevole che ciò porterà a delle conseguenze irreparabili". Lo afferma l'avvocato Flavio Rossi Albertini, dopo avere incontrato Alfredo Cospito, l'anarchico in sciopero della fame contro il 41 bis, nel carcere di Opera.

Tajani: minaccia anarchica sull'Italia, l'ultima da Caracas

Con la vicenda di Alfredo Cospito "c'è una minaccia anarchica, e l'ultima viene da Caracas, dove il console ci ha riferito che un ex deputato di Maduro sta invitando a manifestare di fronte alle nostre sedi diplomatiche per sostenere Cospito 'amico della causa'". Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri Antonio Tajani ospite di 'Casa Italia' proposto nel palinsesto di Rai Italia 

Matteo Lepore, sindaco di Bologna: "Ci affidamo alle forze dell'ordine"

"Noi ci affidiamo al lavoro delle forze dell'ordine e delle istituzioni". Così si esprime il sindaco di Bologna Matteo Lepore, interpellato sulle minacce anarchiche giunte alla redazione de Il Resto del Carlino che promettono "un grave attentato". Sentito a margine di un incontro oggi sull'ex caserma Staveco, il sindaco sostiene infatti di "non essersi fatto un'idea" di ciò che è avvenuto, e di preferire lasciare la palla a forze dell'ordine e istituzioni che stanno indagando sulla vicenda.

Giulio Venturi (Lega), nipote di Marco Biagi: "Oggi clima simile a quello di venti anni fa"

"Paura e rabbia. Questi sono i sentimenti che mi hanno pervaso questa mattina quando ho appreso della telefonata anonima alla sede de 'Il Resto del Carlino' da parte degli anarchici in cui si annuncia che 'ci sarà un attentato per Cospito in città'. Ho ripercorso i drammatici momenti di una vicenda familiare terribile, quella dell'uccisione da parte delle Nuove Brigate Rosse di mio zio Marco Biagi. Ricordo il clima di tensione di quei giorni di 20 anni fa molto simile a quello di oggi che portò al tragico epilogo ampiamente annunciato e rimasto inascoltato". A parlare così è Giulio Venturi, consigliere comunale, portavoce della Lega e (appunto) nipote di Marco Biagi. La sua rabbia nasce dalla "solidarietà espressa da figure istituzionali autorevoli che invece di firmare appelli dovrebbero condannare senza se e senza ma le dichiarazioni farneticanti di un terrorista scollegato totalmente dalla realtà, così come erano schegge impazzite i brigatisti oggi condannati al 41 bis che uccisero Marco" Biagi, dice Venturi, "ferma condanna dunque a chi invoca la violenza. Lo Stato ha sbagliato una volta e Marco non è più tra noi, perseverare sarebbe diabolico", conclude Venturi.

La Digos al lavoro per rintracciare la telefonata al "Carlino", oggi e domani manifestazioni a Bologna

La Digos di Bologna, coordinata dalla Procura, ha avviato le indagini per risalire all'identità dell'anonimo telefonista che il 31 gennaio ha chiamato la portineria del Resto del Carlino  annunciando un grave attentato in città "in relazione ai fatti di Cospito". L'attenzione a Bologna, visto il momento, è alta, come anche in altre città d'Italia, e per prima cosa la Digos sta cercando di rintracciare, attraverso l'analisi dei tabulati telefonici, il numero da cui è partita la chiamata: una cabina, una casa o un cellulare. Si tratta di una voce maschile, con una lieve cadenza bolognese. Al momento gli investigatori non si sbilanciano: potrebbe trattarsi del gesto di un mitomane, oppure di qualcosa di molto più serio. La cosa certa è che le forze dell'ordine seguiranno con particolare attenzione alcuni presidi e cortei in programma in città in questi giorni. Oggi pomeriggio, in piazza dell'Unità, poco distante dalla stazione Centrale, andrà in scena una iniziativa pubblicizzata sui blog di area antagonista, dal titolo 'Riprendiamoci le strade, perché la sicurezza la facciamo noi!', contro le 'retate' al quartiere Bolognina. E domani, come annunciato invece sul sito dello spazio anarchico il Tribolo, sono in programma due appuntamenti 'Al fianco di Alfredo Cospito contro il 41 bis ed ergastolo ostativo'. Alle 17 è previsto un presidio sotto il provveditorato regionale dell'amministrazione penitenziaria e alle 18.30 un altro davanti al carcere minorile di via del Pratello.

Alessandra Mussolini, eurodeputata di Forza Italia, ha presentato un'interrogazione alla Commissione Ue

"La recente vicenda dell'anarchico Alfredo Cospito desta forte preoccupazione per il presunto collegamento tra ambienti anarchici e criminalità organizzata attraverso l'uso di mezzi violenti e terroristici. Alla luce di ciò si chiede alla Commissione quali misure intenda adottare per prevenire e combattere tali atti terroristici al fine di proteggere la sicurezza di tutta l'Unione europea?". Questo il testo dell'interrogazione alla Commissione europea presentata dall'eurodeputata di Forza Italia Alessandra Mussolini. "Il continuo diffondersi di azioni dal carattere sovversivo non solo sul territorio italiano, ma anche in altri Stati membri, costituisce una minaccia all'incolumità dei cittadini europei. Tali reati devono essere contrastati con la massima fermezza attraverso una maggiore vigilanza da parte delle istituzioni europee", prosegue l'interrogazione sostenuta anche dagli altri eurodeputati di Forza Italia, Fulvio Martusciello, Isabella Adinolfi, Lara Comi, Lucia Vuolo e Aldo Patriciello.

Ilaria Cucchi (Avs) domani in visita al carcere di Opera

Domani 3 febbraio alle ore 12 la senatrice dell'Alleanza Verdi e Sinistra Ilaria Cucchi, il cui fratello Stefano come è noto nel 2009 morì a seguito di un pestaggio mentre era in regime di custodia cautelare, effettuerà una visita ispettiva al carcere milanese di Opera. La visita ha l'obiettivo di verificare le condizioni di salute di Alfredo Cospito. Lo si apprende da fonti interne al gruppo.

Alberto Balboni (Fdi): "Mai inteso accostare il Pd alla mafia"

"Ribadisco che non ho mai inteso accostare il Pd alla mafia. Ovviamente considero non censurabili le mie valutazioni espresse in Aula, giuste o sbagliate che possano apparire, su ogni e qualsiasi avvenimento". Lo dichiara il presidente della Commissione Affari Costituzionali Alberto Balboni, senatore di Fratelli d'Italia. Ieri nel corso del dibattito a palazzo Madama, rivolgendosi ai banchi dell'opposizione, aveva chiesto: "Qualcuno dubita del fatto che la mafia si sarebbe infilata in questa breccia che anche voi avete contribuito a creare?"

Proiettile al "Tirreno", la Procura indaga per minacce aggravate

La Procura della Repubblica di Livorno ha aperto un'inchiesta per minacce aggravate in seguito alla busta con all'interno un proiettile indirizzata al direttore del quotidiano Il Tirreno, Luciano Tancredi. All'interno della busta, oltre al proiettile, anche una lettera con su scritto 'Se Alfredo Cospito muore i giudici sono tutti obiettivi. Due mesi senza cibo. Fuoco alle galere' e in calce una 'A' maiuscola. Del caso si sta occupando occupando la Digos che ha sequestrato la lettera, spedita al quotidiano livornese con posta prioritaria e transitata dal centro di smistamento delle poste di Firenze.

Colloquio di tre ore tra Cospito e il suo difensore

È durato più di tre ore il colloquio tra Alfredo Cospito e il suo legale, Flavio Albertini Rossi, nel carcere di Opera. Al termine il difensore ha lasciato il carcere in taxi senza rilasciare dichiarazioni.

Delmastro: "Non c'è motivo per cui mi dimetta"

Il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro, in interviste al Messaggero e al Corriere della Sera, ribadisce che non si dimetterà: "Non c'è motivo di dimettersi. Su richiesta esplicita di un parlamentare ho dato conto di un'informativa riservata che non è secretata né classificata". Delmastro spiega di avere sentito ieri la premier Giorgia Meloni:"Mi ha chiesto se erano informazioni segrete. Le ho risposto di no. Aggiungo: in un Paese in cui si denuncia che vengono apposti troppi segreti di Stato perché, in un caso in cui i cittadini possono sapere, avrei dovuto comportarmi come chi li vuole tenere all'oscuro?". "In una democrazia - aggiunge - un esponente del governo, davanti a domande precise dei parlamentari, non può omettere o negare circostanze a lui note su documenti non segreti".

Anche il Procuratore generale di Torino ha inoltrato il suo parere

Il procuratore generale del Piemonte, Francesco Saluzzo, ha inoltrato al ministero della Giustizia il parere sul caso di Alfredo Cospito. Il documento riguarda il regime di 41 bis al quale l'anarchico è sottoposto in carcere e non se ne conoscono i contenuti. 

In una nota della Digos 2020 si legge che Cospito criticava il rifiuto di colpire le persone

Faceva riferimento anche a un'annotazione della Digos di Torino il decreto con cui il ministero della Giustizia, lo scorso maggio, dispose per l'anarchico Alfredo Cospito il regime di detenzione speciale previsto dall'articolo 41 bis dell'ordinamento. 

Il rapporto, risalente al 2 dicembre 2020, parlava di "numerosi messaggi che durante lo stato di detenzione Cospito ha inviato a destinatari siti all'esterno del sistema carcerario e poi pubblicati e diffusi su siti o riviste online". In particolare si citava una sorta di lunga intervista in tre parti, comparsa su una pubblicazione di settore chiamata Vetriolo, dove l'anarchico - si legge nelle carte del procedimento - "rivendica l'azione diretta quale prassi che, precedendo la teoria, implica uno scontro armi in pugno con il sistema, si critica in modo deciso il rifiuto di colpire le persone da parte di un certo insurrezionalismo anarchico e anche l'atteggiamento di coloro che si affidano esclusivamente al sabotaggio e all'azione distruttiva". All'epoca Cospito era detenuto a Ferrara e, a questo proposito, il direttore del carcere specificò, nel maggio del 2020, che non era stato autorizzato a rilasciare interviste.

Cospito, la Direzione distrettuale antimafia di Torino inoltra al ministro il parere sul 41 bis

La Direzione distrettuale antimafia della Procura di Torino ha inoltrato al ministero della Giustizia il parere sul 41 bis per l'anarchico Alfredo Cospito. Nulla è trapelato sul contenuto del parere.

Il parere della Dda arriva a seguito dell'istanza presentata nelle scorse settimane al ministero della Giustizia dall'avvocato difensore di Cospito, Flavio Rossi Albertini. Il 41 bis per l'anarchico era stato disposto dal ministero il 4 maggio 2022 - quando la guardasigilli era Marta Cartabia - dopo un'istruttoria in cui, fra l'altro, erano state acquisite due annotazioni della Dda del 10 dicembre 2020 e del 4 aprile 2022. 

Il 30 gennaio al Palazzo di Giustizia di Torino il caso Cospito era stato discusso in un vertice tra il procuratore capo Anna Maria Loreto, un procuratore aggiunto dei pool antiterrorismo e un magistrato della direzione nazionale antimafia.

Usuelli (Più Europa) incontra Cospito in carcere: è vigile, mi ha detto 'voglio vivere'

"Il signor Cospito mi è parso, vigile, reattivo ed eupnoico. Mi ha detto: 'voglio vivere' e quando gli ho raccontato che sono pediatra mi ha subito detto che gli mancano moltissimo i fumetti. Ha saputo che il più noto fumettista italiano segue la sua iniziativa verso la umanizzazione del regime 41 Bis, ed ha sorriso con me di questo, a lungo". Lo ha riferito il medico e consigliere regionale lombardo di +Europa/Radicali Italiani Michele Usuelli che ieri ha visitato Alfredo Cospito nella casa di reclusione di Opera, nel Milanese.

"Ora Cospito ha scelto, seppure con qualche contraddizione, una lotta non violenta contro il regime di carcere duro. Gli ho chiesto di condannare le azioni violente di questi giorni, che ci allontanano dalla possibilità di ottenere una revisione del 41bis. Non mi ha detto di approvare questi gesti, ma prevalendo il suo essere anarchico, non si sente di dire nulla a chi questi gesti sta compiendo, nemmeno di condannarli. Io gli ho rappresentato il fatto che ciò è un suo gravissimo errore per il raggiungimento del risultato finale" ha proseguito Usuelli.

"Il dialogo, circa 25 minuti, è stato serio, di ascolto, e credo su questo punto specifico possa essere utile ritornare a parlare con lui. Ho chiesto a Cospito di riprendere a nutrirsi fino a che le azioni violente non fossero cessate. Non si sente di mandare messaggi; sarà utile riparlarne. Rivolgo un appello alle più alte magistrature dello Stato affinché siano ascoltate le voci di quanti, in questi giorni, hanno pacificamente e con motivazioni nobili, chiesto la riforma del 41 bis, consapevoli che questo è solo un primo passo nella battaglia per una giustizia più giusta e un carcere conforme alla costituzione" ha concluso.

Imbrattato il Ponte Costituzione a Venezia con la scritta "Cospito libero"

La scritta “Cospito libero” sul Ponte della Costituzione a Venezia. L'atto vandalico ha interessato le vetrate corrimano del quarto ponte sul Canal Grande disegnato dall'architetto catalano Santiago Calatrava che collega Piazzale Roma con la Santa Lucia. Come riferisce Il Gazzettino la scritta è stata subito ripulita. 

Garante regionale Caforio: anche in Umbria tanti detenuti in sciopero fame

Non solo Alfredo Cospito, a Milano. Anche nelle carceri dell'Umbria ci sono detenuti che ricorrono allo sciopero della fame per rivendicare quelli che considerano i loro diritti. Così come sono piuttosto frequenti le richieste di intervento che arrivano da quelli al 41bis al Garante regionale per le persone sottoposte a misure restrettive Giuseppe Caforio

"Quello allo sciopero della fame è un diritto e come tale vari spettato - ha detto Caforio - ma purché non metta in pericolo la vita del detenuto. Lo Stato non può consentirgli di arrivare fino alla morte e ha gli strumenti per intervenire. Il trattamento sanitario obbligatorio alimentare è uno di questi". In Umbria le carceri di Spoleto e Terni ospitano circa 150 detenuti al 41bis. Diversi quelli che chiedono l'intervento del Garante. "Si rivolgono a noi - ha spiegato Caforio - soprattutto per questioni sanitarie e le istanze sono cresciute nel post pandemia. Difficile curare patologie importanti come può essere un tumore in quel regime di detenzione e altrettanto complicato è un trasferimento in ospedale. Per Matteo Messina Denaro, ad esempio, si è dovuto creare una stanza per la chemioterapia in carcere". Caforio ha quindi rilevato come il cosiddetto carcere duro preveda "un isolamento totale a 360 gradi. Di fatto un altro sistema carcerario con i detenuti in stanze, controllati in audio e video 24 ore su 24 da un corpo speciale della polizia penitenziaria. Nulla può uscire all'esterno". 

Viceministro alla Giustizia Sisto: approfondimento in corso sul livello di segretezza degli atti citati in Aula

"Se il ministro Nordio fosse stato convinto che quelle informazioni si potevano dare le avrebbe date perché non erano riservate, invece Nordio non l'ha fatto”. Ha detto Ettore Rosato, presidente di Italia Viva, è intervenendo ai microfoni di Radio Cusano Campus.

"Sul caso Cospito ci sono due quadranti. Il primo riguarda il 41bis, rispetto al quale lo Stato si è mostrato forte e responsabile perché la legge va applicata per tutti allo stesso modo. Non può essere uno sciopero della fame a provocare la revoca di questo regime, altrimenti chiunque farebbe altrettanto per aggirarlo. Il secondo aspetto riguarda le polemiche nate alla Camera. Il diritto dei parlamentari di esercitare il potere ispettivo nelle carceri è sacrosanto, il perché recarsi da alcuni detenuti piuttosto che da altri è invece questione suscettibile di valutazioni politiche. In ogni caso, il ministro Nordio è stato chiarissimo: c'è un approfondimento in corso al Ministero sul livello di segretezza degli atti citati in Aula". Così, a Radio Anch'Io, il viceministro alla Giustizia Francesco Paolo Sisto

Anche Berlusconi interviene sullo sciopero della fame dell'anarchico Alfredo Cospito, in un'intervista al Giornale: "L'Italia non deve piegarsi a nessun ricatto e a nessuna minaccia. Sulle regole dello Stato di diritto non si tratta con nessuno. L'uso di metodi violenti o,addirittura, terroristici, qualunque sia la loro origine, non può portare ad altra risposta che alla massima fermezza. Bisogna operare, come del resto si sta facendo, senza nessuna trattativa e nessuna concessione fuori dalla legge".

Fanno ancora discutere le dichiarazioni del deputato FdI Giovanni Donzelli

Il tema se le dichiarazioni rilasciate dal deputato di Fratelli d'Italia Giovanni Donzelli fossero segrete o meno continua a essere al centro delle discussioni politiche

Caso Cospito: una chiamata anonima al Carlino annuncia attentato a Bologna

"A Bologna ci sarà un grave attentato, in relazione ai fatti di Cospito". È questo il testo della chiamata anonima arrivata martedì 31 gennaio alla portineria de Il Resto del Carlino di Bologna. 

A riportare la notizia è il Qn e l'edizione bolognese del quotidiano. La Digos è intervenuta subito in via Mattei, per ascoltare l'addetto che ha preso la chiamata. E adesso sono in corso le indagini, per risalire al luogo da cui è partita. Ieri, sempre al Carlino, è arrivata anche una lettera contro la premier Giorgia Meloni e il ministro della Difesa Guido Crosetto, contro la politica del Governo sull'Ucraina. "In caso di persistenza, saremo costretti a prendere dei seri provvedimenti", scrive l'ignoto mittente.