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La montagna e la cucina bianca: i tesori di Briga Alta e delle sue tre frazioni

Il viaggio della Tgr nei centri con meno abitanti del Piemonte. Prima tappa al confine con la Liguria e la Francia: 41 residenti, due dipendenti comunali e due Pro Loco. La sindaca: "per noi il turismo è fondamentale, ma rispettoso della natura"

Volendo percorrere tutto il perimetro di Briga Alta, in provincia di Cuneo, bisogna sconfinare in un'altra regione, la Liguria, e in un altro stato, la Francia. Il Comune è diviso in tre frazioni, unite in municipalità nel 1947: Piaggia, Upega e Carnino. E a nord ovest, a duemila metri di altezza, si trova il rifugio Don Barbera. Un tempo facevano tutti parte dell'amministrazione francese di La Brigue. Siamo nella Terra brigasca.

Con quarantuno residenti Briga Alta è il Comune meno popoloso del Piemonte e tra i meno popolosi d'Italia. Luogo di seconde case, gli abitanti d'estate sono qualche centinaio. Tutto l'anno, una quindicina.

A Piaggia, cinque abitanti fissi, si trova il municipio, tornato nel 2021 alla sua sede dopo cinque anni di sfratto: in seguito all'alluvione del 2016, dovette traslocare nella vicina Ormea. I dipendenti del Comune sono due: un'impiegata e un operaio. “Paradossalmente, fare il sindaco in Comune così piccolo è molto complicato: il lavoro è comunque pari agli altri, anche i più popolosi”, afferma la sindaca Federica Lanteri

Con un bando appena concluso, i locali al piano terra del municipio diventeranno un minimarket, il primo della frazione, e una struttura ricettiva: sarà la seconda a Piaggia. Dove è attiva anche la Pro Loco (una delle due Pro Loco di Briga Alta), che dall'anno scorso organizza la festa dei tre forni: “facciamo alcuni piatti tipici del luogo, della cucina bianca a base di patate, latte e porri, e li cuciniamo nei vecchi forni del paese, dove una volta facevano il pane”, spiega il presidente Vittorio Vezzaro.

Spostandosi verso nord, dopo dieci chilometri si arriva a Upega, attraversando il bosco delle navette e il parco naturale delle Alpi Liguri. È una località turistica, le storiche abitazioni sono quasi tutte seconde case, i residenti stabili sono dieci. Tra loro, la coppia titolare dell'unica locanda-rifugio del posto. Si sono trasferiti qui sette anni fa. Aspettano il secondo figlio. Com'è viverci tutto l'anno? “È diverso - risponde Valeria Cester -, l'inverno è molto silenzioso, ma un silenzio piacevole. Non essendoci più tanta neve, non riusciamo a essere aperti in modo più continuato, ma ci proviamo”. 

Attivissima la Pro Loco di Upega, che promuove e tutela la lingua brigasca e la cucina bianca brigasca con le sue peculiarità. “Ad esempio - dice la presidente Marisa Ravera - i sügeli, che sono simili alle orecchiette pugliesi e vengono conditi con il brus, una ricotta fermentata: è un piatto tipico che esiste solo qui”. E l'amministrazione ha appena aderito - unico centro piemontese - all'associazione transfrontaliera “La strada della cucina bianca”, per la tutela delle tradizioni culinarie locali.

Anche Carnino, disabitata d'inverno, ha il suo rifugio. “Siamo immersi nella natura - conclude la sindaca Lanteri - e per noi il turismo è fondamentale: ma un turismo rispettoso della flora e della fauna”.

 

servizio di Ludovico Fontana
immagini di Guido Cravero
montaggio di Benedetto Mallevadore
interviste a Federica Lanteri (sindaca di Briga Alta), Vittorio Vezzaro (presidente Pro Loco Piaggia), Valeria Cester (ristoratrice) e Marisa Ravera (presidente Pro Loco Upega)

 

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