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ITALIA

Dopo la valanga

Rigopiano, oggi altri funerali tra Marche e Abruzzo. Parroco: "Non si può morire di turbina"

10 giorni dopo la tragedia di Farindola, il dolore dei familiari accompagna l'ultimo viaggio di alcune delle 29 vittime di neve e detriti che, in meno di tre minuti, ha trasformato un albergo in un tetro mausoleo di ghiaccio. "L'altro giorno ho sentito che c'è un parco macchine dove ci sono non si sa quanti mezzi della protezione civile fermi per la burocrazia. Facciamo schifo!" ha detto il parroco di Castignano, celebrando le esequie di Marco Vagnarelli e Paola Tomassini

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"Non si può morire di turbina, la nostra parrocchia di Castignano ce l'ha e non stiamo ai piedi del Gran Sasso. Chiedo con tutto il cuore a chi di dovere: questi soldi, ma subito, spendiamoli per le cose che servono, non sciupateli, non ve li magnate". Tiziano Napoletani, parroco della Chiesa di Sant'Egidio, ha celebrato questa mattina la messa funebre per Marco Vagnarelli e Paola Tomassini, morti nella sciagura dell'Hotel Rigopano. "Due morti inutili...basta, siamo stanchi". Sono parole severe quelle di don Tiziano. Danno voce alla rabbia dei familiari di chi è morto sepolto da una montagna di neve e detriti, in un evento che per nessuno può essere risolto come tragica conseguenza di qualcosa di ineluttabile. "Servono gli aerei da guerra? Benissimo - ha detto nell'omelia -, ma non facciamoci mancare quello che serve per il nostro bene comune, questo vi chiedo. Come un buon padre di famiglia che acquista tutte le cose di cui la famiglia ha bisogno".

"Veramente questi giorni avevo una rabbia impressionante - ha aggiunto - e mi sto contenendo perché so che la rabbia non è un sentimento cristiano, ci vuole la misericordia... Però - ha insistito - che siano gli ultimi. Basta! Siamo stanchi, tante famiglie sono stanche di vedere i propri figli morti per niente. Sono figli! Chiedo a questo padre che ci governa, non lo so.., a Dio, lui fa tutto, ma 'aiutati che dio ti aiuta' si dice. Allora - ha proseguito con voce emozionata -, aiutiamoci per favore, ve lo chiedo in ginocchio, spendiamo questi soldi. L'altro giorno ho sentito che c'è un parco macchine dove ci sono non si sa quanti mezzi della protezione civile fermi per la burocrazia. Facciamo schifo! Oltre a una parola di speranza che vi chiedo, perché il Vangelo ce lo dice, una parola di conforto perché il Signore ci sta sempre vicino" ma "'aiutati che dio ti aiuta', aiutateci, questo vi chiedo, aiutateci".

Parole come macigni che arrivano nel giorno in cui si scopre che  quel 18 gennaio un operaio dell'Anas, due ore e mezza prima che la valanga travolgesse l'hotel Rigopiano, avvisò via sms la Provincia di Pescara che a Penne c'erano due turbine disponibili. Il messaggio, che trova conferma in ambienti giudiziari, è stato acquisito dalla Procura di Pescara, titolare dell'inchiesta per omissione di soccorso e disastro e omicidio colposo. L'operaio è stato sentito dai carabinieri forestali che indagano sul disastro.

A dieci giorni dalla valanga che ha sepolto l'hotel Rigopiano di Farindola, uccidendo 29 persone, è arrivato dunque il momento delle esequie per altre vittime. Tre comuni sono in lutto cittadino per Stefano Feniello, 28 anni. Il ragazzo era al Rigopiano per festeggiare il suo compleanno insieme alla fidanzata Francesca Bronzi, 25. E' stata lei, sopravvissuta alla tragedia, a regalargli quel soggiorno. Ed è stata lei, dopo che i soccorritori l'hanno tirata fuori da quella tomba di neve, ghiaccio e detriti, a dire che Stefano era là sotto. Che lo aveva riconosciuto dall'orologio, perché riusciva a vedere solo il braccio. Che per un po' lo aveva sentito lamentarsi, poi più nulla. I funerali di Stefano saranno oggi a Silvi. In lutto cittadino anche Valva (Salerno)- paese di origine della famiglia Feniello-, e Città Sant'Angelo (Pescara), cittadina in cui era residente.

Ultimo saluto oggi anche a Ilaria Di Biase. Archi (Chieti), in lutto cittadino, celebra le esequie della giovane chef che da tre anni lavorava all'hotel. La salma di Ilaria è arrivata in paese ieri pomeriggio. Domani, sarà invece il giorno dei funerali di Jessica Tinari, estetista di 24 anni. La raggiungerà il feretro del fidanzato Marco Tanda, pilota 25enne della RyanAir. I soccorritori li hanno ritrovati insieme nella zona tv dell'albergo. Non era la prima volta che soggiornavano al Rigopiano. Ad accoglierli in chiesa, a Vasto, ci sarà l'arcivescovo Bruno Forteci. E parteciperà in rappresentanza del governo, il vice ministro degli Esteri Mario Giro: "La mia partecipazione testimonia la presenza di tutto il popolo italiano all'ultimo saluto. Nel dolore di questo giorno, l'Italia tutta si unisce alla vostra sofferenza con un profondo abbraccio". Dopo la benedizione, la bara di Tanda ripartirà per Castelraimondo (Macerata).  

E poi, appunto, il funerale unico a Castignano (Ascoli Piceno) per Marco Vagnarelli, 44 anni, operaio della Whirlpool di Comunanza e Paola Tomassini, di 46, barista della società Autogrill. Si trovavano al Rigopiano per una breve vacanza sulla neve. Per loro e per tutte le vittime don Tiziano ha recitato quell'omelia appassionata e imperativa, seguita da chi gremiva la chiesa con commosso silenzio. Troppo piccola Sant'Egidio per contenere tutti, i più sono dovuti rimanere all'esterno. Tra i fiori, spiccava la corona del presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Tra oggi e domani, sono tre i funerali delle vittime marchigiane, sei in tutto. Oltre a Vagnarelli e Tomassini, ultimo saluto nella palestra di Pioraco (Macerata) per Emanuele Bonifazi, il 31enne addetto alla reception dell'albergo. Molto noto in città, Emanuele era figlio del responsabile della Protezione civile comunale, che in questi mesi si è prodigato nell'assistenza alle popolazioni colpite dal terremoto.

Sarà lutto cittadino anche a Osimo (Ancona) nella giornata, ancora da definire, in cui si terranno le esequie di Domenico Di Michelangelo, 41 anni, agente delle Volanti, e della moglie Marina Serraiocco, 37 anni, commerciante. Lo ha deciso il sindaco Simone Pugnaloni, anche se i funerali della coppia, di origini abruzzesi, si dovrebbero tenere in Abruzzo. Domenico e Marina lasciano un figlio, il piccolo Samuele di 7 anni, estratto vivo dalle macerie. Molti i mazzi di fiori deposti in queste ore davanti al negozio della Serraiocco, nel centro di Osimo.