Il presidente della Commissione Conferenze episcopali Ue: "Inaccettabile"

Migranti, Rapporto Astalli: "Raddoppiano gli sbarchi. In aumento le vittime di torture e abusi"

In Europa dal 2014, "24.600 migranti hanno perso la vita" "soprattutto nel Mediterraneo. E' uno scandalo per la coscienza umana. E' una vergogna per la nostra civiltà" ha detto il cardinale Jean-Claude Hollerich

Migranti, Rapporto Astalli: "Raddoppiano gli sbarchi. In aumento le vittime di torture e abusi"
Ansa
Centro di detenzione in Libia

Migliaia di morti in mare. Diverse centinaia di persone - che arrivano in Italia - sottoposte a torture o abusi nei Paesi di origine o durante i viaggi . Sono i dati shock che emergono dal Rapporto Astalli, una fotografia aggiornata sulle condizioni di richiedenti asilo e rifugiati, presentato a Roma. Rapporto che evidenzia anche come siano in crescita anche gli sbarchi, che praticamente nel 2021 sono raddoppiati: 67.040 le persone arrivate in Italia. I minori stranieri non accompagnati sono stati 9.478, a fronte dei 4.687 del 2020. Circa 10mila ragazzi sono i minori non accompagnati.

In Europa dal 2014, "24.600 migranti hanno perso la vita" "soprattutto nel Mediterraneo. Questo è semplicemente inaccettabile. E' uno scandalo per la coscienza umana. E' una vergogna per la nostra civiltà. Non possiamo accettare che il Mar Mediterraneo diventi un enorme cimitero" ha detto con forza il cardinale Jean-Claude Hollerich, presidente della Commissione Conferenze episcopali Ue (Comece). 

Sul fronte delle violenze - si evince dal report - quasi tutte le donne seguite dal servizio di ginecologia (213 nel 2021) hanno subito torture, violenza di genere o abusi, si sottolinea nel rapporto  Le vittime di tortura che  si sono sottoposte a una visita per il rilascio del certificato medico-legale da presentare alla Commissione Territoriale sono state 334. Coloro che sono stati sottoposti a torture invece sono in prevalenza uomini ma  con una percentuale di donne in aumento (il 32% del totale), provenienti soprattutto da Nigeria, Senegal ed Eritrea. 

Spesso il disagio di queste persone, che fatica sempre più a emergere nelle prime fasi dell'arrivo, esplode più tardi: nei centri di accoglienza in convenzione con il Sai la percentuale di rifugiati vulnerabili è in aumento  (37% sono vittime di tortura e violenza): lavorare su percorsi di integrazione quando è venuta meno una presa in carico tempestiva della vulnerabilità rappresenta un aggravio molto serio sulla riuscita dei percorsi di  autonomia. Una sottolineatura doverosa riguarda coloro che hanno vissuto l'esperienza del carcere in Libia: in modo pressoché unanime raccontano di abusi, violenze e persecuzioni. Nel 2021 si sono aggiunti a loro  i migranti che sono riusciti ad arrivare in Italia passando dai Balcani e che raccontano di percosse e violenze da parte di forze dell'ordine nel tentativo di respingerli.

Per il presidente dei vescovi Ue non sono “nemmeno accettabili le condizioni e i maltrattamenti che incontrano nel loro viaggio”. "I nostri Paesi europei non possono cooperare con questo processo di  disumanizzazione sistematica dei migranti e dei rifugiati che disumanizza anche noi", ha sottolineato ricordando il "cambiamento epocale" di cui si assiste in Europa e nel mondo e nel quale non si può "essere  semplicemente spettatori passivi"." Abbiamo l'obbligo morale - ha aggiunto il cardinale Hollerich - di denunciare tutto ciò, di esigere che le nostre autorità trattino umanamente tutti indipendentemente dal loro status  giuridico. Non possono Paesi civili sancire per propri interesse torbidi accordi con malviventi che schiavizzano le persone", ha continuato citando le parole di Papa Francesco pronunciate a Malta.

L'integrazione, l'inclusione sociale rimane infatti un miraggio per tanti migranti. “Continuano a essere molti gli ostacoli che impediscono a richiedenti e titolari di protezione internazionale di fruire realmente di diritti che dovrebbero essere garantiti loro per legge - si legge nel report - uno dei primi scogli è ormai da anni l'iscrizione anagrafica, che rappresenta uno dei presupposti necessari per l'accesso effettivo ai diritti sociali”.  Ma il problema - sottolineano dal centro - non è soltanto italiano. “Nel 2021 neanche il resto d'Europa è riuscita a trovare una politica comune lungimirante e inclusiva sulle migrazioni”. “Auspichiamo - proseguono - che l'unanimità raggiunta sulla questione degli sfollati ucraini possa rappresentare qualcosa di più profondo della risposta emergenziale all'invasione russa. Possa essere piuttosto l'inizio di una riflessione verso una politica comune sulle migrazioni, attraverso una vera solidarietà tra gli Stati, espressione dei principi fondanti dell'Unione”.

 Il Centro Astalli nel 2021 ha realizzato 26 progetti per aiutare l'inserimento dei rifugiati nel mondo del lavoro. "La pandemia - registra il Rapporto 2022 - ha fatto emergere in modo evidente la solitudine dei migranti forzati, privi di quella rete di relazioni familiari e sociali che riesce a offrire sostegno nei momenti di criticità. Pertanto, le iniziative avviate nel corso dell'anno hanno perseguito due obiettivi principali e tra loro  complementari: da un lato agire tempestivamente sulle situazioni di marginalizzazione più grave, dall'altro mettere a punto strumenti e sperimentare percorsi di integrazione, intesa non solo come ricerca di un lavoro  e di una casa, ma come paziente costruzione di rapporti sociali significativi, che permettano ai rifugiati di inserirsi in un contesto nuovo e sentirsi protagonisti delle proprie scelte".