La Conferenza internazionale sul clima a Sharm el-Sheikh

L'Unione europea sblocca la trattativa in salita sul fondo per i Loss&Damage. E la Cop27 si allunga

Lo stallo sull'istituzione di un fondo per le perdite e i danni alle popolazioni dovuti al cambiamento climatico, che dovrebbe essere finanziato dai Paesi più ricchi (Cina compresa, che si oppone). Nella bozza di accordo molte parti lacunose

L'Unione europea sblocca la trattativa in salita sul fondo per i Loss&Damage. E la Cop27 si allunga
LaPresse
Il vice-presidente della Commissione Europea, Frans Timmermans, interviene alla Cop27

Doveva concludersi oggi con una bozza di accordo ma le trattative sono ancora in corso e il raggiungimento di un’intesa sembrerebbe a portata di mano. Tanto che la presidenza egiziana della Cop27, in corso da due settimane a Sharm el-Sheikh, ha deciso di prolungare in extremis i lavori fino a domani. La posta in gioco è troppo alta per non perdere questa occasione.

 

Il nodo dei Loss&Damage

L'Unione europea ha smosso lo stallo nella trattativa per l’annosa questione dei Loss&Damage, i ristori per le perdite e i danni dovuti a fenomeni climatici estremi, che dovrebbero andare a quei governi e a quelle popolazioni colpite in prima linea. Bruxelles dice sì al fondo per ristorarli di fronte alle conseguenze del riscaldamento globale nei Paesi più poveri: con questo gesto, forse la Cop27 si salverebbe da un fallimentare nulla di fatto. Ma è ancora presto per dirlo. La proposta europea vuole costringere la Cina a contribuire al fondo e a legarsi a obiettivi stringenti di de-carbonizzazione. Pechino non ne vuole sapere, e il negoziato è ancora aperto.

 

La proposta di buon mattino di Timmermans

L'unica cosa certa è che la Cop27 non finirà questa sera, come previsto, ma si prolungherà almeno fino a sabato, forse a domenica. Trattative a oltranza? Il colpo di scena è arrivato in mattinata: il vicepresidente della Commissione europea, Frans Timmermans, svegliando i giornalisti per un’insolita conferenza stampa alle 8, ha annunciato che la Ue propone l'istituzione di un fondo per i ristori dei Loss&Damage causati dal cambiamento climatico. Entrerebbe nell'Accordo di Parigi e sarebbe finanziato da tasse su aviazione, trasporto marittimo e combustibili fossili.

Il fondo è l'obiettivo principale alla Cop27 per i Paesi emergenti e in via di sviluppo del gruppo G77+Cina, guidati da Pechino. Usa e Ue finora avevano fatto resistenza, perché ritenevano che lo strumento sarebbe stato troppo oneroso per loro, e avrebbe richiesto troppo tempo per cominciare a funzionare. Lo scontro fra i due schieramenti aveva bloccato il negoziato, e stava portando la Cop27 verso il fallimento. La svolta della Ue sembra aprire la strada verso un discreto successo.

 

La proposta dell’Ue, uno schiaffo per Pechino

L'Unione europea in cambio chiede che nel documento finale siano ribaditi gli impegni stringenti di de-carbonizzazione presi alla Cop26 di Glasgow l'anno scorso: in particolare, tenere il riscaldamento globale entro 1,5 gradi dai livelli pre-industriali e raggiungere il picco delle emissioni di gas serra già nel 2025, per poi scendere. Inoltre, il fondo deve ricevere contributi da “un'ampia base di donatori”. Quindi, anche dalla superpotenza cinese.

Per Pechino la proposta è destabilizzante, un vero schiaffo. La Cina ha tessuto una trama diplomatica abilissima con i G77 per costringere Usa e Ue a pagare loro il fondo per le perdite e i danni, recitando la parte di leader dei Paesi in via di sviluppo e negando l'evidenza del suo ruolo di superpotenza. La proposta della Ue la costringerebbe a sborsare soldi per gli aiuti ai Loss&Damage e per la decarbonizzazione. Ma Pechino vuole che il fondo lo paghino gli occidentali, e non vuole legarsi a vincoli troppo stretti sul clima.

 

Gli Usa mandano avanti l’Europa

L'oggetto del contendere è proprio questo: lo strumento per il fondo si farà, l'ok della Ue va in questa direzione. Ma il problema è chi sborserà le quote per finanziarlo e quali condizioni avrà. In questo confronto, gli Usa brillano per la loro assenza: sono loro che dovrebbero sborsare le somme maggiori per il fondo e ovviamente non vorrebbero farlo. Ma un presidente come Joe Biden non può dire di no agli aiuti ai Paesi poveri. Così gli Stati Uniti si tengono in disparte mandando avanti l'Unione europea. Ieri notte è uscita la prima vera bozza del documento finale. Dentro c'è il fondo per i Loss&Damage ma il paragrafo sul funzionamento è ancora vuoto. Vuota anche la sezione sull'aggiornamento della finanza climatica, il famoso fondo di aiuti da 100 miliardi di dollari all'anno, mai partito. Tante anche le altre parti lacunose, dal tetto al riscaldamento alla de-carbonizzazione, dalle rinnovabili allo stop ai sussidi alle fonti fossili. Sull'addio al carbone e i diritti umani lo stesso desolante silenzio.