Studio del Centro cinese per il controllo e la prevenzione delle malattie

Covid, la Cina rischia 1 milione di morti dopo l'allentamento delle restrizioni

Il Paese affronta la prima delle tre ondate di virus previste dopo aver abbandonato la politica della tolleranza zero

Covid, la Cina rischia 1 milione di morti dopo l'allentamento delle restrizioni
Ap
Covid in Cina

La Cina si prepara al peggio mentre affronta la prima delle tre ondate di Covid previste, mentre in tutto il Paese si stanno progressivamente allentando le restrizioni dopo le proteste contro la tolleranza zero imposta dal governo e la recessione economica imputata a chiusure e lockdown.

Le strutture ospedaliere si stanno affrettando ad aumentare i posti letto di terapia intensiva, il numero di medici a disposizione e le scorte di medicinali poiché le infezioni da Covid sono in forte crescita, sia nelle grandi città che nelle vaste aree rurali.

Secondo il Global Times, diversi importanti ospedali si stanno dotando di ventilatori e altre attrezzature di emergenza. I timori riguardano anche gli infermieri delle terapie intensive, tanto che le strutture stanno "urgentemente" prendendo in prestito personale da altri settori per formarlo. 

Guangzhou, città di 15 milioni di  abitanti, ha aumentato il numero di 'fever clinics', per accogliere  fino a 110.000 pazienti al giorno, rispetto ai 40.000 previsti attualmente. E sta anche lavorando per aumentare il numero di posti  letto in terapia intensiva, passando da 455 a 1.385 entro la fine della giornata, ha riferito il Quotidiano del Popolo.        

A Nanchino sono stati introdotti limiti all'acquisto di ibuprofene e altri medicinali mentre - come anche nelle altre regioni - si cerca di fare scorte.

Una palestra convertita in un "centro per la febbre" a Pechino Ap
Una palestra convertita in un "centro per la febbre" a Pechino

Dati allarmanti

Secondo un nuovo studio del Centro cinese per il controllo e la prevenzione delle malattie, pubblicato dalla Cnn, la brusca uscita della Cina dalle restrizioni potrebbe causare un milione di morti

Nelle condizioni attuali, una riapertura a livello nazionale potrebbe provocare fino a 684 morti per milione di persone. Dato che la popolazione cinese è di 1,4 miliardi di persone, ciò equivarrebbe a 964.400 morti.

Un dato che spaventa che però messo in relazione, appunto, a una popolazione di 1,4 miliardi di persone. Di cui 1 milione rappresenta lo 0,07%. Il dato italiano sui decessi da inizio pandemia è più alto e si attesta intorno allo 0,3%.

Per quasi tre anni, il governo cinese ha utilizzato blocchi rigorosi, quarantene centralizzate, test di massa e rigorosa tracciabilità dei contatti per frenare la diffusione del virus, ricorda la Cnn. Poi le autorità hanno ammesso che è "impossibile" per il sistema tenere traccia del numero di nuovi infetti e il conteggio ufficiale è risultato in contrasto con le segnalazioni di decessi e l'aumentato lavoro delle pompe funebri.

La costosa strategia è stata abbandonata all'inizio di dicembre a seguito di un'esplosione di proteste in tutto il paese contro le severe restrizioni che hanno sconvolto le imprese e la vita quotidiana. Ma gli esperti hanno avvertito che il paese è poco preparato per un'uscita così drastica, non essendo riuscito a rafforzare il tasso di vaccinazione degli anziani, ad aumentare la capacità di terapia intensiva negli ospedali e ad accumulare farmaci antivirali.

L'ondata di infezioni "probabilmente sovraccaricherà molti sistemi sanitari locali in tutto il paese", si afferma nello studio, pubblicato la scorsa settimana sul server di preprint Medrxiv e che deve ancora essere sottoposto a revisione paritaria. Secondo i dati, la revoca simultanea delle restrizioni in tutte le province porterebbe le richieste di ricovero da 1,5 a 2,5 volte la capacità ospedaliera

L'unico modo per sfuggire a questo scenario sono i vaccini e gli antivirali.

Con una copertura vaccinale con quarta dose dell'85% e una copertura antivirale del 60%, il bilancio delle vittime potrebbe essere ridotto dal 26% al 35%, secondo lo studio, finanziato in parte dal Centro cinese per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC) e dal governo di Hong Kong.

L'allentamento delle restrizioni

L'attuale ondata dovrebbe raggiungere il picco nelle principali città questo mese, prima che la seconda e la terza ondata possano colpire dopo i viaggi del Capodanno lunare e il successivo ritorno al lavoro. Le assenze dal lavoro per il Covid hanno provocato interruzioni nella produzione e nelle catene di approvvigionamento

In alcune città è stato stabilito che i pazienti covid asintomatici potranno "lavorare normalmente": è una novità che rappresenta un ulteriore passo in avanti nello smantellamento della politica 'zero covid' che aveva scatenato violente proteste nel gigante asiatico.    

Le autorità di Hangzhou hanno reso noto che le agenzie governative non tracceranno più le persone contagiate, ne' assegneranno un codice rosso alle loro applicazioni di tracciamento o verificheranno se i residenti hanno un test PCR negativo, tutte pratiche che sono state comuni fino a ora e che hanno stremato la popolazione. 

È stato anche stabilito che le persone contagiate con sintomi lievi o senza sintomi potranno "lavorare normalmente" nelle rispettive aziende. Il capoluogo della provincia di Zhejiang, ha così seguito le indicazioni stabilite domenica scorsa dalla megalopoli di Chongqing, che è stata una delle prime nello stabilire che i contagiati con sintomi lievi o asintomatici possano andare al lavoro. Una svolta radicale rispetto a poche settimane fa, quando la rigida politica "zero covid" prevedeva che tutti i contagiati, sia sintomatici che asintomatici, e i loro contatti stretti dovessero essere isolati negli ospedali o nei centri di quarantena.

File davanti alle farmacie, Guizhou, Cina Getty
File davanti alle farmacie, Guizhou, Cina