La giornata dello studente

Iran, botte e arresti nella giornata dello studente. La sorella di Khamenei: "Ascolti il popolo"

Studenti in subbuglio nei principali atenei del Paese, sms di minacce, botte e arresti, in 586 arrestati dall'inizio delle manifestazioni per Mahsa Amini. Raisi contestato a Teheran

Iran, botte e arresti nella giornata dello studente. La sorella di Khamenei: "Ascolti il popolo"
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Badri Khamenei, sorella di Ali

Piccole grandi crepe cominciano a vedersi nel granitico sistema al potere della Repubblica islamica dell'Iran.  Nel terzo giorno di sciopero in Iran con i negozianti (bazari) che tengono le serrande abbassate in segno di protesta dopo la morte a settembre della giovane curda Mahsa Amini mentre era in custodia della polizia morale e la repressione nelle manifestazioni che sono seguite, gli studenti scandiscono slogan antigovernativi nelle proteste in corso in varie università per il 70esimo anniversario della Giornata dello studente, riconosciuta in Iran: "gli studenti muoiono, ma non accetteranno umiliazioni", "siamo figli di lavoratori, saremo al loro fianco".

Molte università del Paese sono coinvolte nella rivolta e dove gli studenti hanno deciso di scioperare e di non frequentare le lezioni: dall'ateneo Sharif di Teheran, a Amirkabir, Shahid Beheshti, Allameh Talababai e Khajeh Nasir e di Tarbiat Modares. 

Mentre la magistratura iraniana sta sigillando negozi e imprese che aderiscono allo sciopero e la polizia esegue arresti tra chi protesta, la serrata si è estesa a 40 città iraniane, tra cui la capitale.

Secondo i gruppi per i diritti umani, almeno 586 studenti sono stati arrestati dall'inizio delle proteste quasi 3 mesi fa. Alcuni di loro oggi hanno dichiarato di aver ricevuto sms che li minacciavano perché interrompessero le proteste, così come aveva annunciato ieri il deputato della Cultura Jalali. Gli sms fanno parte di un nuovo piano “Castità e Hijab”, voluto dal governo Raisi in sostituzione della polizia morale, così come il blocco dei conti correnti delle donne che non indosseranno il velo obbligatorio. 

Ma il governatore della Banca centrale dell'Iran, Ali Saleh-Abadi, non è d'accordo: "La rete delle banche offrirà i nostri servizi a tutti i nostri cittadini", ha detto, in riferimento alla minaccia del deputato.

A Teheran forte contestazione all'ateneo Sharif contro il presidente della Repubblica islamica, Ebrahim Raisi intervenuto in un discorso ufficiale in occasione della Giornata dello studente.

"Mi avevano consigliato di non venire all'università oggi, ma le proteste devono essere ascoltate e noi siamo sempre determinati ad ascoltare le parole degli studenti. Ma la protesta è diversa dai disordini. La protesta porta all'emendamento e alla perfezione, i disordini portano alla distruzione e alla disperazione", ha detto il presidente ultraconservatore davanti a un uditorio di selezionati studenti conservatori e tornando ad accusare gli Stati Uniti di volere la "distruzione" della Repubblica islamica. Gli americani vogliono che "qui diventi come la Siria e l'Afghanistan, ma hanno fatto male i calcoli e le donne e gli uomini iraniani istruiti non permetteranno che accada", ha sostenuto Raisi nel giorno in cui il Time conferisce alle donne iraniane il riconoscimento di "eroine dell'anno".

Secondo immagini postate sui social network, gli studenti sono stati attaccati da parte delle forze di sicurezza con "un certo numero di loro insanguinati" e picchiati. Lo riferisce lo Student Trade Union Council, citato da Bbc Persia.

Il sindaco di Teheran, Alireza Zakani, ha accusato quelli che manifestano di essere "traditori". Secondo quanto riferito dal collettivo studentesco, un loro compagno, Mohammad Shabaati, è stato "rapito dalle forze di sicurezza e portato nell'edificio di sicurezza dell'università". Tre studenti dell'università Khajeh Nasir sono stati arrestati. Nell'ateneo di Amirkabir i manifestanti hanno intonato cori di protesta. 

Ebrahim Raisi Iran Presidency / Handout/Anadolu Agency via Getty Images
Ebrahim Raisi

Un appello affinché le autorità ascoltino le ragioni della rivolta arriva da un'insospettabile autorità come Badri Khamenei la sorella della Guida Suprema Ali Khamenei. La leader ha duramente criticato il fratello "per non aver ascoltato la voce del popolo iraniano". In una lettera aperta pubblicata online e rilanciata da radio Farda, ha ricordato di "aver tagliato i ponti" con il leader della Repubblica islamica, dopo aver cercato ripetutamente di convincerlo ad ascoltare le richieste della piazza che da tre mesi protesta per avere maggiori libertà. Nella sua lettera, Badri Khamenei auspica "presto la vittoria del popolo e il rovesciamento di questa tirannia al potere". In prigione c'è anche la nipote dell'ayatollah per averlo accusato di uccidere bambini.

E in un suo oramai raro commentare anche l'ex presidente riformista iraniano Mohammad Khatami ha invitato le autorità ad ascoltare le istanze dei manifestanti. "Consiglio ai funzionari di apprezzarli e di tendere loro una mano e, con il loro aiuto, riconoscere gli aspetti sbagliati della governance e muoversi verso una buona governance prima che sia troppo tardi". L'ex- presidente per due mandati tra il 1997 e il 2005, ha elogiato nella sua dichiarazione quello che ha definito il coinvolgimento "forse senza precedenti" di studenti e professori nelle proteste e ha criticato le punizioni e le restrizioni che hanno subito e provocato centinaia di vittime. 

Ahmad Khatami Fatemeh Bahrami/Anadolu Agency/Getty Images
Ahmad Khatami