Proteste dopo la destituzione del presidente Pedro Castillo il mese scorso

Perù, chiusa Machu Picchu. 300 turisti stranieri bloccati, anche italiani che ora stanno rientrando

I collegamenti ferroviari per il celebre sito Inca sono interrotti dopo che manifestanti hanno divelto tratti di ferrovia. Scioperi da settimane per chiedere le dimissioni della presidente Boluarte. I nostri connazionali in viaggio verso Cuzco

Perù, chiusa Machu Picchu. 300 turisti stranieri bloccati, anche italiani che ora stanno rientrando
lapresse
Continuano le proteste in Peru contro la neo presidente Dina Boluarte.

Sembra risolversi la situazione riguardante i nostri connazionali rimasti bloccati presso il sito di Machu Picchu. La Farnesina riferisce che "stanno rientrando verso Cuzco". "I connazionali sono già su un treno, che li porterà a degli autobus con i quali arriveranno a Cuzco". A quanto risulta gli italiani sarebbero non più di una dozzina e non si tratterebbe di turisti. Cuzco dista dalla capitale Lima, che si trova sul mare, oltre 1000 chilometri.

Sono rimasti bloccati circa 300 turisti oggi a Machu Picchu, la “città perduta” degli Inca, chiusa per l'interruzione della ferrovia che la collega al resto del mondo. E' l'ultimo aggiornamento sul caos che sta investendo il Perù, dopo la destituzione del Presidente Pedro Castillo il mese scorso. Il collegamento ferroviario è stato sospeso dopo che i manifestanti hanno divelto tratti della ferrovia. Un numero imprecisato di turisti, inclusi gli italiani, avevano passato la notte nel sito dopo aver visitato la cittadella. 

Nel corso del mese e mezzo di proteste che hanno gettato il Perù in una sequela di proteste e repressione violenta, i manifestanti hanno scelto di non risparmiare la regione di Cusco e in particolare la zona di Machu Picchu, che con i suoi siti Inca è conosciuta in tutto il mondo, con ripetute interruzioni dei collegamenti ferroviari.  

"La chiusura del percorso dei siti Inca e della cittadella di Machu Picchu è stata ordinata a causa della situazione sociale per garantire la sicurezza dei visitatori", si legge in un comunicato del ministero della Cultura. L'ente che gestisce il sito patrimonio Unesco ha spiegato che la decisione è stata presa per preservare il patrimonio culturale, dal momento che anche nel distretto è iniziato uno sciopero a tempo indeterminato per chiedere le dimissioni della presidente Dina Boluarte e le elezioni anticipate.

Continuano le proteste in Peru contro il presidente Dina Boluarte lapresse
Continuano le proteste in Peru contro il presidente Dina Boluarte

Le proteste sono iniziate al momento della destituzione e dell'arresto del presidente Pedro Castillo, un ex sindacalista di umili origini che aveva promesso di difendere le istanze dei più deboli, ma non è stato in grado di garantire un governo stabile e si è scontrato con un Parlamento ostile.

Non ha placato gli animi l'appello al dialogo della presidente Dina Boluarte, ex vicepresidente di Castillo alleatasi con la maggioranza di destra nel Congresso. I manifestanti chiedono le sue dimissioni, oltre a elezioni immediate e al rilascio di Castillo. Anche oggi si sono verificati scontri con la polizia, i feriti sarebbero decine e almeno una persona è rimasta uccisa. Nella capitale, Lima, gli agenti hanno usato gas lacrimogeni per respingere i manifestanti che lanciavano bottiglie di vetro e pietre. Nella regione meridionale di Puno, sul lago Titicaca, circa 1.500 dimostranti hanno attaccato una stazione di polizia.

Già il 14 dicembre scorso, centinaia di turisti erano stati bloccati nella regione dai blocchi stradali organizzati dai manifestanti, fra cui quattro ragazze italiane che, grazie all'intervento dell'ambasciata d'Italia sono prima state portate in una locanda e poi trasferite all'aeroporto internazionale di Cusco. Circa 200 turisti erano stati evacuati in elicottero.

Oggi il gruppo di italiani ha pernottato in un albergo e ora è in contatto con la Farnesina in attesa che le squadre di operai della concessionaria Ferrocarril Transandino riparino i binari danneggiati nella tratta Urubamba-Ollantaytambo-Machu Picchu. Fra i turisti italiani bloccati ci sarebbero persone che lavorano nel settore dei media.