Il discorso alla Nazione

Putin incolpa l'Occidente della guerra e blocca l'ultimo trattato sul nucleare

Accuse a tutto campo: "A Ovest la pedofilia è la norma" e "con le sanzioni stanno punendo se stessi". Cita anche la missione in Italia nel 2020: "La Russia sa essere amica"

Putin incolpa l'Occidente della guerra e blocca l'ultimo trattato sul nucleare
Mikhail METZEL / SPUTNIK / AFP
Il discorso alla nazione di Vladimir Putin

Ieri il presidente della Federazione russa, Vladimir Putin, ha tenuto a Mosca di fronte alle Camere riunite il suo annuale discorso sullo Stato della Nazione, parlando per circa un'ora e 45 minuti, quasi il doppio degli anni precedenti.

Tra le molte e ormai note accuse rivolte all'Occidente e alla Nato, la sostanziale novità è l'annuncio del ritiro di Mosca dal trattato New Start sulla riduzione reciproca degli arsenali nucleari. 

Unico accordo del genere ancora e finora in vigore, firmato nel 2010 tra gli allora presidenti Barack Obama e Dmitry Medvedev, Start pone un limite per le due parti a 1550 testate nucleari dispiegate e 700 missili e bombardieri schierati e prevede ispezioni per verificarne l'applicazione: "Sono costretto ad annunciare oggi che la Russia sta sospendendo la sua partecipazione al trattato sulle armi strategiche offensive", ha affermato Putin, adducendo come motivazioni sia gli attacchi ucraini contro basi russe che ospitano aerei in grado di trasportare testate nucleari, sferrati con droni “attrezzati e modernizzati con l'assistenza esperta della Nato” sia il fatto che “qualcuno a Washington” starebbe progettando di riprendere i test nucleari, affermazione rispetto alla quale non c'è però nessuna evidenza. “Il ministero della Difesa russo e la società nucleare dovrebbero quindi essere pronti a testare le armi nucleari, se necessario” ha detto, “non lo faremo per primi, ma se gli Stati Uniti condurranno i test, allora lo faremo”. 

Quelle sul nucleare sono tuttavia solo alcune delle accuse rivolte dal presidente russo a Occidente, Nato, Usa, dove “la distruzione della famiglia, dell'identità culturale e nazionale, la perversione e l'abuso dei bambini, fino alla pedofilia, sono dichiarate la norma della loro vita e i sacerdoti sono costretti a benedire i matrimoni tra persone dello stesso sesso. Prendono  di mira la cultura, la religione e i valori russi perché consapevoli che è impossibile sconfiggere la Russia sul campo di battaglia". 

Soprattutto, all'Occidente è imputata la genesi dell'invasione dell'Ucraina: la Russia "ha svolto pazientemente trattative per uscire pacificamente dal conflitto in Donbass, ma alle nostre spalle l'Occidente ordiva un altro scenario. L'Occidente ha fatto carte false, ha chiuso gli occhi sugli omicidi politici e sulle repressioni del regime di Kiev e ha incoraggiato i nazisti a commettere atti terroristici". Così, non c'è stata scelta che “difendere il nostro paese e liquidare la minaccia del regime neo nazista”. L'Ucraina "voleva dotarsi di armi nucleari", voleva attaccare, oltre al Donbass anche la Crimea, e l'Occidente l'ha preparata “a una grande guerra e oggi lo riconosce. L'Occidente ha già speso 150 miliardi di dollari in aiuti militari all'Ucraina, il flusso di denaro non diminuisce”. 

Ha negato che Mosca sia responsabile di crimini di guerra e ha ripetutamente descritto l'adesione alla Nato di paesi dell'Europa orientale come una “minaccia esistenziale": ”Più l'Occidente e le forze della Nato “avanzano, più lontano saremo costretti ad allontanare la minaccia dai nostri confini", ha proseguito, promettendo inoltre di ”fare di tutto” perché nei territori annessi “torni la pace, la ripresa sociale e economica” e  "per far ripartire le imprese e il lavoro".

Il presidente russo si è soffermato anche sull'economia russa, che "ha superato tutti i rischi", con un calo del pil contenuto al 2,1% nonostante le sanzioni, tramite le quali  l'Occidente “sta punendo sé stesso. Hanno provocato un aumento dei prezzi nei loro paesi, la chiusura di fabbriche, il collasso del settore energetico, e stanno dicendo ai loro cittadini che la colpa è dei russi”. Intanto, la Federazione ha stanziato oltre un trilione di rubli a sostegno della sua economia per contrastare le sanzioni: fondi che saranno reperiti non con emissione di titoli ma con un forte contributo del mercato.

Un passaggio ha riguardato la missione russa in Italia a inizio pandemia: “La Russia sa essere amica e mantenere la parola data, non deluderà nessuno e sosterrà sempre i suoi partner in situazioni difficili, lo dimostra il nostro aiuto ai paesi europei, come l'Italia, durante il momento più difficile della pandemia di Covid, esattamente come stiamo andando in aiuto nelle zone del terremoto”.