Nel mirino degli inquirenti due orologi del valore di 70 mila dollari

Il caso dei "gioielli sauditi": Bolsonaro avrebbe rivenduto i doni ricevuti da paesi stranieri

L'ex presidente del Brasile ha negato ogni illecito. Perquisite le abitazioni dei suoi più stretti collaboratori

Il caso dei "gioielli sauditi": Bolsonaro avrebbe rivenduto i doni ricevuti da paesi stranieri
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Jair Bolsonaro

Nuove grane giudiziarie per l’ex presidente del Brasile Jair Bolsonaro, riconosciuto colpevole di abuso di potere e uso distorsivo dei media a fini elettorali e per questo giudicato ineleggibile per otto anni. La polizia federale brasiliana sta indagando sui regali da lui ricevuti dai paesi stranieri durante la carica e che sarebbero stati rivenduti configurando il reato di “arricchimento illecito.

Nel mirino degli inquirenti ci sono i “gioielli sauditi” e, in particolare, due orologi del valore di circa 70 mila dollari. La polizia sospetta che siano stati rivenduti da collaboratori del presidente. "Gli importi ottenuti da queste vendite sono stati trasformati in contanti e poi sono diventati beni personali dell'ex presidente tramite intermediari e senza entrare nel sistema bancario formale", si legge in un'ordinanza emessa dal giudice della Corte suprema Alexandre de Moraes.

Il Brasile richiede ai suoi cittadini che arrivano in aereo dall'estero di dichiarare le merci per un valore superiore a 1.000 dollari e, per qualsiasi importo superiore a tale esenzione, di pagare una tassa pari al 50% del loro valore. I gioielli e gli orologi sarebbero stati esenti da tasse se fossero stati un regalo dell'Arabia Saudita al Brasile, ma Bolsonaro non avrebbe potuto tenerli perché “doni di Stato”.

L'ex presidente "non si è mai appropriato e non ha mai distratto alcun bene pubblico", hanno affermato i suoi legali in una nota pubblicata dal sito di informazioni G1, negando ogni illecito.

Dall'ordinanza emergono ulteriori elementi dell'indagine che giustificano i mandati di perquisizione eseguiti venerdì presso le abitazioni di alcuni ex collaboratori di Bolsonaro, tra cui un alto ufficiale. 

"Le prove raccolte hanno mostrato (l'esistenza) durante la presidenza di Jair Bolsonaro, di una rete per dirottare beni di importo elevato che gli venivano offerti", si legge nella sentenza del magistrato. "Oltre a consentire un inammissibile arricchimento del presidente della Repubblica, è possibile che il capo dello Stato brasiliano sia stato cooptato da nazioni straniere attraverso questi beni", ritengono gli inquirenti, secondo i quali vi sono state anche merci collocate in "una valigia trasportata sull'aereo presidenziale il 30 dicembre". E' il giorno in cui Bolsonaro lasciò il Brasile per raggiungere gli Stati Uniti due giorni prima dell'inaugurazione del suo successore di sinistra Luiz Inacio Lula da Silva, che lo sconfisse alle elezioni presidenziali di ottobre. 

Tra questi doni di stato, due sculture, una a forma di barca e un'altra a forma di palma, offerte dal governo del Bahrain durante una visita di stato nel 2021, oltre a gioielli maschili offerti dall'Arabia Saudita, tra cui un orologio e una penna stilografica del marchio di lusso svizzero Chopard. 

Tra i sospettati figura anche Mauro Cid, in carcere da maggio per un altro caso, quello della presunta falsificazione di certificati di vaccinazione contro il Covid-19. 

Secondo gli inquirenti, Cid ha accennato in un messaggio audio a "25.000 dollari in contanti" che sarebbero stati destinati all'ex presidente dopo la vendita di alcuni beni. Il giudice ha affermato che la polizia ritiene che la strategia dei sospettati sia stata “nascondere l'origine, l'ubicazione e la proprietà di questi importi”.

In particolare, “l'aiutante di Bolsonaro, il tenente colonnello Mauro Cid, nel giugno 2022 ha venduto a un negozio negli Stati Uniti un orologio Rolex e un orologio Patek Philippe donati dal governo dell'Arabia Saudita nel 2019 per un totale di 68.000 dollari - si legge nell'ordinanza del giudice - soldi che sarebbero stati trasferiti lo stesso giorno sul conto bancario del padre di Cid”.

E ancora: "Nel marzo 2023, quando le indagini erano già in corso e la polizia federale chiese a Bolsonaro di restituire due set di gioielli in regalo, il suo avvocato, Frederick Wassef, riacquistò l'orologio Rolex a Miami e lo consegnò alle autorità brasiliane ad aprile".

Sia Wassef che il padre di Cid sono stati oggetto dei mandati di perquisizione e sequestro emessi venerdì, insieme a un altro stretto consigliere di Bolsonaro.

Lo scandalo dei regali dall'estero a Jair Bolsonaro è scoppiato a marzo, quando il quotidiano 'Estado de S. Paulo' ha rivelato che alti funzionari avevano tentato di contrabbandare gioielli donati dall'Arabia Saudita.