Un Paese in bilico

Argentina, Massa e Milei al ballottaggio del 19 novembre

Il primo turno lancia la sfida finale tra Sergio Massa, peronista di governo, e l'ultraliberista antisistema Javier Milei. Il contesto è quello di una economia in gravissima crisi

Saranno il ministro dell'Economia argentino Sergio Massa e l'economista ultra-liberale Javier Milei ad affrontarsi nel ballottaggio per la presidenza che si terrà il prossimo 19 novembre. E' quanto indicano i risultati ancora parziali ma ormai irreversibili delle elezioni. 

Secondo Julio Vitobello, segretario generale della presidenza, con il 76,12% dei voti scrutinati Massa ha ottenuto al primo turno il 35,9% e Milei il 30,51%. Al terzo posto si è classificata la conservatrice e dura ex ministra della sicurezza Patricia Bullrich con il 23,61%.

Chi uscirà vittorioso dalle urne del secondo turno - ed entrerà in carica il 10 dicembre - dovrà fare i conti con la difficile situazione economica del Paese, che sta scricchiolando sotto decenni di crisi finanziarie segnate da debito, cattiva gestione finanziaria e inflazione a tre cifre. 

La notizia dei risultati ha scatenato festeggiamenti nella sede elettorale del ministro dell'Economia, il candidato della coalizione di governo peronista che ha dominato la politica argentina per decenni. 

Milei, che ha appena compiuto 53 anni, promette di tagliare la spesa, rendere il dollaro la moneta di corso legale nel Paese e abolire la banca centrale. Massa ha risposto tagliando le tasse sul reddito per gran parte della popolazione e denunciando i rischi derivanti dal taglio dei sussidi all'elettricità e ai trasporti pubblici. 

Affluenza al 74%, la più bassa dal ritorno alla democrazia

Alle elezioni generali ha partecipato il 74% degli elettori argentini, l'affluenza più bassa dal ritorno alla democrazia. Finora, il dato più basso era stato registrato nel 2007, quando si recò alle urne il 76,20% degli elettori al primo turno e diede la vittoria a Cristina Fernandez. L'affluenza più alta si ebbe nel 1983, alle prime elezioni democratiche dopo la dittatura (1976-1983), quando si recò alle urne l'85,61%, dando mandato al candidato Raul Alfonsin.