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La Camera respinge la sfiducia a Salvini, la cronaca del voto

La mozione è stata respinta con 211 no, 129 sì e 3 astenuti. Il vicepremier: "Figuraccia della Sinistra"

La Camera respinge la sfiducia a Salvini, la cronaca del voto
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Il tabellone con il risultato del voto sulla mozione di sfiducia nei confronti del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini, Roma 3 aprile 2024

L'Aula della Camera ha bocciato la mozione di sfiducia nei confronti di Matteo Salvini, vicepremier, ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti e leader della Lega. Alla fine il tabellone del voto ha indicato 211 no, 129 sì e 3 astenuti

"Grazie. Ennesima figuraccia della  sinistra, andiamo avanti col nostro lavoro". È il commento su X del vicepremier.

La mozione di sfiducia nei confronti del ministro Salvini

Al centro della mozione nei confronti del ministro delle Infrastrutture e vicepremier Matteo Salvini, bocciata dalla Camera, il rapporto siglato dalla Lega e da Salvini con il partito di Vladimir Putin "Russia Unita", ma sono stati lo stesso Salvini e il suo partito ad affermare che quel rapporto è annullato nel momento in cui la Russia ha invaso l'Ucraina.

Già in mattinata il vicesegretario del Carroccio, Andrea Crippa, aveva ricordato che "le parole di Salvini sono state chiare, nel momento in cui Putin aggredisce uno Stato è chiaro che non può più essere un alleato della Lega, partendo dal presupposto che i rapporti tra Salvini e Putin erano meno frequenti rispetto a quelli tra Putin e Calenda. Salvini ha detto 'ci sono state delle elezioni, punto'. Poi la strumentalizzazione giornalistica nei confronti di Salvini è sempre propensa a farlo passare come quello che non è".

"Dispiace che l'Aula debba perdere tempo per polemiche inutili e strumentali innescate dall'opposizione", aggiunge il Carroccio che risponde alle accuse ricordando gli accordi siglati in passato con Mosca da Matteo Renzi, Paolo Gentiloni, Enrico Letta e Carlo Calenda: "La guerra ha totalmente cambiato i giudizi e i rapporti politici con la Russia, che prima dell'invasione era un importante interlocutore di tutti i governi italiani".

In aula, in rappresentanza del governo erano presenti il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti (Lega), il ministro delle Autonomie Roberto Calderoli, il ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin e il ministro per i rapporti con il parlamento Luca Ciriani. Tra i banchi del governo presenti anche i sottosegretari Wanda Ferro, Andrea Delmastro, Emanuele Prisco, il viceministro Maurizio Leo.

Il vicepremier ha lasciato la Camera dopo il question time. A chi gli chiedeva se sarebbe stato in Aula più tardi, quando si dovrebbe votare la mozione di sfiducia nei suoi confronti, il ministro delle Infrastrutture ha risposto, salendo in auto: “Ho una riunione sulle concessioni autostradali, vado a fare il mio lavoro di ministro”.

"È molto grave che non sia presente", ha sottolineato durante le dichiarazioni di voto il leader di Alleanza Verdi Sinistra Angelo Bonelli che, intervenendo a favore della mozione di sfiducia, ha ricordato come il vicepremier qualche anno fa "disse che avrebbe ceduto 'due Mattarella e mezzo per un Putin'". 

"La mozione di sfiducia al vicepresidente e ministro Matteo Salvini è infondata e allo stesso tempo superata. Dopo il chiarimento dello stesso leader della Lega e del suo partito sui presunti legami con il partito di Putin, i presentatori della mozione, se seri e corretti, avrebbero dovuto ritirarla, essendo venuti meno tutti gli appigli politici che la sostenevano. Invece, non lo hanno fatto preferendo proseguire con un'operazione di mera ed inutile propaganda politica che si concluderà per la sinistra con una nuova e scontata batosta parlamentare. Se a sinistra questo cercano, lo stanno ottenendo", ha dichiarato la senatrice Michaela Biancofiore, presidente del gruppo Civici d'Italia, Noimoderati, Coraggio Italia, Udc, Maie.

"Il problema non è di Salvini o della Lega ma della premier Meloni che va in Europa a dire che siamo con Zelensky, che sosteniamo Kiev e ha un vicepresidente del Consiglio con questo livello di ambiguità". Lo ha detto il capogruppo di Azione alla Camera Matteo Richetti, annunciando il voto favorevole alla mozione di sfiducia nei confronti del vice premier e segretario della Lega Matteo Salvini, per i rapporti con il partito di Vladimir Putin, Russia Unita. Mozione che, ha osservato Richetti, "non porta la firma del gruppo di Italia Viva, e mi chiedo perchè".

La mozione di sfiducia nei confronti del ministro Salvini è "inconsistente, non valida e fa scendere il valore del Parlamento". Lo ha detto Maurizio Lupi, leader di Noi Moderati, intervenendo in aula alla Camera nel corso delle dichiarazioni di voto sulla sfiducia al leader della Lega. "Sapete quali sono partiti che hanno votato a favore della Russia in Parlamento Europeo? Su 280 voti il Pd e M5s sono tra gli italiani che hanno sostenuto più volte le posizioni pro russia", ha aggiunto Lupi. "La mozione contro Salvini è assolutamente inaccettabile, faccio appello alle opposizioni a usare questi strumenti in maniera utile", ha concluso.

"Le contestazioni di oggi sono infondate, ma faremo un excursus: era il 2014 e la Russia occupò la Crimea, seguirono le sanzioni, ma ci fu un tentativo di riallacciare rapporti normali con quel paese, perché le sanzioni danneggiavano i nostri paesi, nel 2017 anno dell'accordo con Russia Unita" al centro delle contestazioni alla Lega "si è svolto, il 3 giugno 2017 un incontro, un Forum, con il patrocinio del governo italiano del tempo, aziende come Eni e Enel, sottoscrissero accordi con Mosca e ministro dello sviluppo economico era Carlo Calenda, colui che chiede oggi la testa di  Salvini, era l'attuale leader di Azione che ai tempi andava a fare  accordi con la Russia, basterebbe questo per parlare di farsa". Lo ha detto il capogruppo della Lega, Riccardo Molinari, intervenendo in Aula alla Camera.