Il sito russo d’opposizione Meduza, citando le proprie fonti “vicine al Comando della Flotta del Mar Nero”, afferma che tra le vittime dell’affondamento dell’incrociatore russo Moskva, colpito da due missili ucraini “Neptun”, ci sarebbero 37 morti, 100 feriti e un numero imprecisato dei dispersi. Al momento dell’affondamento della nave da guerra, a bordo ci sarebbero stati 500 marinai. In precedenza, la versione Telegram della Novaya gazeta, “Novaya gazeta. Europe”, citando la madre di uno dei marinai sopravvissuti, ha fornito la cifra di 40 marinai morti.
Per il momento sono due le vittime le cui identità sono state accertate: si tratta di sottotenente di vascello Ivan Vakhruscev, la cui morte è stata comunicata ai mass media dalla moglie, e del marinaio Vitalij Begherskij, la cui morte è stata confermata da una sua cugina. Il cuoco di bordo, Egor Shkrebetz, marinaio di leva, è considerato disperso ma, secondo suo padre, “con molta probabilità” è morto in seguito all’attacco. Secondo il padre di Shkrebetz, è stato contattato dai familiari di altri 3 marinai che si trovano nella stessa situazione, con i figli, marinai di leva, che sono stati dichiarati dispersi.
Il Ministero della Difesa russo ha diffuso un comunicato ufficiale, affermando che l’intero equipaggio dell’incrociatore Moskva è stato evacuato.
I membri dell’equipaggio finiti nell’acqua e non salvati immediatamente, con molto probabilità non sono riusciti a sopravvivere. La temperatura del Mar Nero al momento del disastro era tale da permettere a una persona di sopravvivere nell'acqua per non più di 2-3 ore.
"La Moskva è affondata": alla fine la Russia è costretta ad ammettere di aver perso la sua nave