Pena capitale

Iran, continuano le esecuzioni dei prigionieri: una trentina nelle ultime 48 ore

Secondo alcune Ong e i social media altri giovani sono stati impiccati davanti a familiari e amici nei pressi del carcere di Karaj, a nord ovest di Teheran

Iran, continuano le esecuzioni dei prigionieri: una trentina nelle ultime 48 ore
Instagram/@iranwire
Secondo diverse ong e alcuni post sui social media sono oltre 30 le esecuzioni delle ultime 48 ore, avvenute in diverse prigioni del Paese come a Karaj, Urmia e Arak

Gli ultimi rilasci dalle carceri iraniane avevano potuto far pensare a un allentamento, seppur provvisorio, della morsa della violenta repressione della Repubblica islamica dell'Iran sul suo popolo.

Ma gli ayatollah non si fermano e seguendo la lettura sciita della Sharia continuano ad alimentare il record delle condanne a morte del mondo con altre esecuzioni avvenute ai danni di prigionieri detenuti nelle carceri. Secondo diverse Ong e alcuni post sui social media sono oltre 30 le esecuzioni delle ultime 48 ore.

Secondo Hrana, agenzia di informazione, altri 7 prigionieri sono stati impiccati nelle prigioni di Karaj, Urmia e Arak all'alba di martedì 14 febbraio. Tre dei quali condannati alla pena capitale per droga e omicidio. Uno è identificato come Mehdi Dostari di Karaj mentre degli altri non si conosce ancora l'identità. E ancora secondo il post su Istagram 25 cittadini sono stati uccisi nella prigione di Arak accusati di reati connessi alla droga. 

E anche l'Ong per i diritti umani Hengaw ha annunciato l'esecuzione di altri due prigionieri di nome Milad Jajoi Khanik e Mohammad Ali Akhtari Kahlan nella prigione di Urmia. I due uomini sarebbero stati condannati a morte per "aggressione aggravata da rapina a mano armata". 

L' Iran da 5 mesi è attraversato da una massiccia protesta scaturita dalla morte di Mahsa Amini, la 22enne di origini curde morta mentre era in custodia della polizia morale perché non indossava l'hijab, il velo obbligatorio, in modo corretto. Le ultime esecuzioni capitali di manifestanti legate direttamente alle proteste hanno riguardato 4 giovani, condannati non per droga ma per moharebeh, ovvero del reato previsto dalla legge islamica, di fareGuerra contro Dio”.

L'Iran detiene il record di condanne a morte nel mondo e solo nel 2021, almeno 614 persone sono state giustiziate in Iran (+314 nel 2021). Nel suo rapporto annuale Amnesty International ha indicato che la Repubblica Islamica è responsabile del più alto numero di esecuzioni al mondo dal 2017, in larga parte a causa di condanne per reati connessi alla droga.

Le esecuzioni avvengono di solito all'alba prima della tradizionale preghiera del mattino sotto gli occhi di familiari e amici che si radunano davanti alle carceri come è successo a Karaj. A nulla servono gli appelli della comunità internazionale, tra cui Unione Europea e Onu, e le urla con cui familiari e amici chiedono di fermare il massacro dei loro parenti. 

Sono oltre 527 le vittime accertate, per lo più giovani e giovanissimi e circa 20000 i manifestanti arrestati per aver partecipato alla protesta antigovernativa in corso la più minacciosa dalla costituzione della Repubblica nel 1979.