Quarto giorno del viaggio apostolico in Congo

Papa a Vescovi: "Sradicate piante velenose dell'odio, demolite gli altari della corruzione"

Francesco è arrivato in Sud Sudan. Stamane il saluto ai vescovi del Congo: "Siete un polmone che dà respiro alla Chiesa universale!"

Per visionare questo contenuto si prega di fornire il consenso

"La Chiesa d'Africa resti sempre segno di un popolo che vuole risorgere dalle sue macerie, portatrice di speranza e di gioia anche in una realtà spesso drammatica come quella congolese con pastori vicini al proprio popolo e mai sui piedistalli o peggio affaristi. Una mondanità che è il peggio che può capitare nella Chiesa". 

Questa la consegna lasciata da Papa Francesco ai vescovi del Congo che ha incontrato a Kinshasa prima di recarsi all'aeroporto dove si è imbarcato alla volta di Juba, in Sud Sudan. 

"Che non succeda di vedere nell'episcopato la possibilità di scalare posizioni sociali e di esercitare il potere, che non entri lo spirito della mondanità, che porta a servirci del ruolo anziché servire gli altri", ha detto Francesco ai vescovi locali alla sede della Conferenza Episcopale Nazionale del Congo (CENCO), che riunisce le 48 circoscrizioni ecclesiastiche del Paese, Membro del Simposio delle Conferenze Episcopali dell'Africa e del Madagascar. 

E indica la sua strada Bergoglio "Bisogna, dunque, sradicare le piante velenose dell'odio e dell'egoismo, del rancore e della violenza, demolire gli altari consacrati al denaro e alla corruzione; edificare una convivenza fondata sulla giustizia, sulla verità e sulla pace e, infine, piantare semi di rinascita, perché il Congo di domani sia davvero quello che il Signore sogna: una terra benedetta e felice, mai più violentata, oppressa e insanguinata". Sogno che il pontefice ha espresso anche ai giovani di Kinshasa indicando loro che è “dalle vostre mani può venire la pace”.

Papa Francesco 3/02/23 Rainews
Papa Francesco 3/02/23

Un'azione, ha tenuto a specificare però Papa Francesco, nel suo discorso seguito alle parole di benvenuto del Presidente della Conferenza Episcopale, l'Arcivescovo Metropolita di Kisangani, Monsignor Marcel Utembi Tapa “che non è, e non deve diventare un'azione politica”.

Anche se La profezia cristiana si incarna in tante azioni politiche e sociali, ma il compito dei Vescovi e dei Pastori in generale non è questo. È quello dell'annuncio della Parola per risvegliare le coscienze, per denunciare il male, per rincuorare coloro che sono affranti e senza speranza”. 

E chiude il concetto citando un brano evangelico ‘quelli non se ne curano e vanno chi al proprio campo, chi ai propri affari’. "No, gli affari, per favore, lasciamoli fuori dalla vigna del Signore! Siamo Pastori e servi del popolo, non affaristi!", ha esortato il pontefice che all'inizio del suo viaggio apostolico ha parlato di diamanti insanguinati dalla corruzione e dalla violenza degli affaristi che da anni sfruttano le risorse del territorio africano.

Papa Francesco AFP
Papa Francesco

Ma prima di partire il Santo Padre torna su un tema a lui caro, espresso sin dall'inizio del suo pontificato nell'enciclica Laudato Sì, e cioè il rispetto e la tutela dell'Ambiente e di quella che lui ha chiamato la casa comune: "È stato bello per me trascorrere questi giorni nella vostra terra, che con la sua grande foresta rappresenta il ‘cuore verde’ dell'Africa, un polmone per il mondo intero", ha detto il Santo Padre.

"Siete un polmone che dà respiro alla Chiesa universale!". L'importanza di questo patrimonio ecologico "ci ricorda che siamo chiamati a custodire la bellezza del creato e a difenderla dalle ferite causate dall'egoismo rapace". 

E porta la bellezza del creato a metafora del Vangelo: "Ma questa immensa distesa verde che è la vostra foresta è anche un'immagine che parla alla nostra vita cristiana: come Chiesa abbiamo bisogno di respirare l'aria pura del Vangelo, di scacciare l'aria inquinata della mondanità, di custodire il cuore giovane della fede". 

"Così immagino la Chiesa africana e così vedo questa Chiesa congolese: una Chiesa giovane, dinamica, gioiosa, animata dall'anelito missionario", ha aggiunto osservando che la Chiesa in Congo è "presente nella storia concreta di questo popolo, radicata in modo capillare nella realtà, protagonista di carità; una comunità capace di attrarre e contagiare con il suo entusiasmo e perciò, proprio come le vostre foreste, con tanto "ossigeno"".