Il terzo giorno del viaggio apostolico

Papa Francesco ai giovani in Congo: "Dalle vostre mani può venire la pace"

In 65mila per il Pontefice nello stadio dei Martiri di Kinshasa, il papa ascolta le loro testimonianze: "Qui - dicono - molte persone sono vittime dell’odio e della divisione, anche tribale", nel pomeriggio l'incontro col premier

"Giovane che sogni un futuro diverso, dalle tue mani nasce il domani, dalle tue mani può venire la pace che manca a questo Paese" si apre con queste parole il terzo e ultimo giorno di Papa Francesco nella Repubblica Popolare del Congo, domani il Pontefice partirà per il Sud Sudan. 

In migliaia di giovani e catechisti lo hanno atteso anche oggi allo Stadio dei Martiri a Kinshasa con canti e balli. Nel pomeriggio l'incontro con il premier Jean-Michel Sama Lukonde. "L'iniqua distribuzione dei beni causa la povertà", ha detto ieri Francesco ai responsabili delle opere caritative. E ai mass media: "Vorrei che dessero più spazio a questo Paese e all'Africa". 

E' un altro bagno di folla per Papa Francesco: in 65mila sono sugli spalti dell'impianto sportivo, per lo più giovanissimi, che lo hanno accolto festosamente con canti e danze. Francesco è arrivato a bordo della jeep bianca sulla pista che circonda il campo di gioco. 

Dopo l'indirizzo di benvenuto del presidente della Commissione Episcopale per i Laici, e prima delle parole di Bergoglio un giovane ha letto la sua testimonianza seguita da quella di un catechista. "Come Lei sa, è da diversi anni che l’Est della Repubblica Democratica del Congo è in guerra, con delle gravi conseguenze sulla nostra formazione e la nostra educazione, molti tra noi sono reclutati con la forza nei gruppi armati", così il giovane David Bode Nguamba nella sua testimonianza dinnanzi a Papa Francesco.

"Nel Paese, molti giovani vivono nell’indifferenza e nell’egoismo, fanno calcoli e programmi per i loro interessi. Non sono meno numerosi quelli che credono ancora alla stregoneria e ricorrono al feticismo nei momenti di difficoltà e di prova. Molte persone sono vittime dell’odio e della divisione, anche tribale. Il sistema della dote rischia talvolta di diventare una sorta di compravendita della donna, per guadagno economico della sua famiglia d’origine. Le giovani donne sono culturalmente discriminate, anche se, sovente, sono loro che portano il peso della famiglia. Infine, ci sono anche dei giovani che sono vittime della droga. Noi vogliamo essere dei giovani connessi ai valori umani e cristiani, ma i social ci disorientano. Beatissimo Padre - conclude - la preghiamo di portare al mondo la preoccupazione dei giovani per una buona informazione". 

Parole che sono risuonate nello stadio affollato di giovani come una toccante fotografia delle difficili condizioni in cui versa il paese africano e soprattutto come una richiesta d'aiuto rivolta al capo della Chiesa Cattolica.

papa Francesco a Kinshasa, Congo, nello stadio dei Martiri ansa
papa Francesco a Kinshasa, Congo, nello stadio dei Martiri

Solo 24 ore prima dell'arrivo di Francesco nella RDC quattordici persone, tra cui un militare e un bambino di circa due anni, sono state uccise in un attacco dei terroristi islamici nella zona di Irumu, a est del Paese. Non solo terrorismo, il Congo soffre per la dilagante corruzione, e anche se è molto ricco di risorse, minerali fondamentali per la transizione ecologica, ha un alto tasso di povertà. A causa dei conflitti interni soprattuto a Est ci sono 5,5 milioni di sfollati interni e 500.000 rifugiati. E' un Paese di giovanissimi: metà della popolazione, 50 milioni di persone, ha meno di 18 anni.

"A tutti chiedo, per favore, di accompagnare questo viaggio con la preghiera", aveva detto Papa Francesco con un tweet prima della partenza, consapevole del viaggio che aveva di fronte e che, a luglio, aveva rimandato per motivi di salute. Lui che è il primo Papa a recarsi nell'ex Zaire, dopo Wojtyla nel 1985, e il primo in assoluto a recarsi nel Sud Sudan, il Paese più giovane del mondo, che, poco dopo la sua indipendenza, nel 2011, ha vissuto una sanguinaria guerra civile ma ancora fatica a trovare una pacificazione.

Dopo la tappa a Kinshasa, Bergoglio domani volerà a Juba, la capitale del Sud Sudan accompagnato dal primate della Chiesa anglicana Justin Welby e dal moderatore della Chiesa di Scozia, Ian Greenshields. Farà ritorno in Vaticano domenica 5 febbraio.