Mariupol

Che fine faranno le migliaia di soldati e civili intrappolate sotto l'acciaieria Azovstal

Per il leader ceceno Kadyrov "quelle mura saranno l'ultima cosa che vedranno", ma Putin, che ha proclamato la vittoria, potrebbe puntare a una resa scenografica. Incertezza sulle scorte di cibo. Mulè: "Ci potrebbero essere ordigni chimici"

Che fine faranno le migliaia di soldati e civili intrappolate sotto l'acciaieria Azovstal
(Ria Novosti via APTN)
L'acciaieria Azovstal dopo un mese di combattimenti

Il presidente Vladimir Putin ha rivendicato la vittoria russa nella battaglia per Mariupol, nonostante abbia ordinato ai militari di non rischiare ulteriori perdite nell'assalto dell'enorme acciaieria Azovstal  (11 chilometri quadrati di estensione, 24 chilometri di tunnel sotterranei) che rappresenta l'ultima sacca di resistenza ucraina nella città portuale. Il ministro della Difesa della Federazione Russa Sergei Shoigu stima che duemila combattenti ucraini siano ancora all'interno dell'acciaieria. In cinquecento sarebbero feriti, secondo fonti ucraine, e con loro sarebbero intrappolati un migliaio di civili.

Putin ha dato indicazione di chiudere ogni uscita allo stabilimento "cosicché non ci passi nemmeno una mosca" e al contempo ha dichiarato che "il completamento delle operazioni di combattimento per liberare Mariupol è stato un successo. Non c'è bisogno di calarsi in quelle catacombe e strisciare sotto quel complesso industriale".

Mariupol è nostra”, gli ha fatto eco in serata il leader ceceno Ramzan Kadyrov, le cui truppe hanno combattuto in prima fila a fianco di quelle di Mosca: "La città è stata presa completamente e irrevocabilmente", continua il post, "l'intero territorio è stato sistematicamente sgomberato dai nazionalisti e da ogni altra spazzatura, l'edificio amministrativo dello stabilimento metallurgico Azovstal, di particolare importanza strategica, è stato preso sotto controllo e l'intero territorio adiacente è stato bonificato. I nazisti sono stati bloccati sotto uno strato di cemento e ferro sul territorio dello stabilimento e sono sicuro che queste mura saranno l'ultima cosa che vedranno nella loro vita".

Nelle ore successive un messaggio via Telegram di un portavoce del sindaco della città sul Mar D'Azov, Petro Andriushchenko, è sembrato però indicare che le truppe sul campo non stiano seguendo le indicazioni riferite dal Cremlino: "Il territorio dell'Azovstal viene bombardato e bombardato in questo momento. Allo stesso tempo, sono in corso combattimenti nell'area del deposito del tram, che si trova a una notevole distanza dal territorio di Azovstal". "Sono sicuro - aggiunge - che gli occupanti non si fermeranno fino alla completa distruzione di tutti coloro che si trovano all'interno dell'Azovstal. Solo l'intervento esterno e le garanzie di sicurezza dei partner stranieri possono assicurare la vera salvezza di tutti. Se parliamo di misure umanitarie".

In attesa di conferme su questo sviluppo, ci si interroga sui motivi di questo cambio di narrativa da parte di Putin. Oleksiy Arestovich, un consigliere del presidente ucraino Zelensky, ha detto: "Non possono fisicamente impossessarsi dell'acciaieria. Lo hanno capito. Hanno sofferto ingenti perdite".

La conquista di Mariupol è cruciale per Mosca: serve a mettere in sicurezza il territorio costiero, completare un ponte di terra tra la Russia e la Crimea, concentrare le forze sulla battaglia per il cuore industriale del Donbass. Parlando già oggi di un successo, Putin potrebbe star cecando di distogliere l'attenzione dall'acciaieria, che è diventata agli occhi del mondo un simbolo della resistenza all'invasione. Anche senza aver completato la conquista dello stabilimento, i russi risulterebbero avere il controllo del resto della città e del suo porto, invero assai malconcio dopo settimane di combattimenti. Circostanza quest'ultima smentita dal vicesindaco Sergei Orlov, secondo cui "Mariupol non è caduta, ci sono attacchi aerei, bombardamenti continui  ma la parte sud della città resiste". 

Putin potrebbe stare attendendo che gli assediati nell'acciaieria finiscano le riserve di cibo o di munizioni e decidano di arrendersi, in modo da esibire immagini che corroberebbero la sua retorica sulla “denazificazione”. Non è certo che accada rapidamente, però: grandi scorte alimentari e di acqua erano state accumulate nei sotterranei dello stabilimento già prima della guerra, anche se sarebbero ormai prossime a esaurirsi secondo quanto riferito oggi alla Cnn da Yuriy Ryzhenkov, amministratore delegato della compagnia che possiede l'impianto, il quale ha anche affermato di “dubitare fortemente” che i russi riescano a riattivare gli impianti e che i suoi dipendenti non collaboreranno con gli occupanti.

Secondo Oleh Zhdanov, analista militare ucraino, "Azovstal è davvero difficile da assaltare. È gigantesca, e gli ucraini possono sposarsi rapidamente grazie ai tunnel.  È una citta nella città, espugnarla può richiedere mesi. I russi rischiano di perdere troppi uomini, risorse e, soprattutto, troppo tempo".

"A Mariupol la situazione è molto compromessa per gli ucraini", ha detto oggi il sottosegretario italiano alla Difesa Giorgio Mulè a Un giorno da pecora su Rai Radio1, “l'acciaieria non viene attaccata per motivi strategici: c'è la fondata ipotesi che all'interno vi siano dei pericolosi ordigni chimici che potrebbero esplodere e perché quel luogo potrebbe servire come infrastruttura ai russi anche dopo l'eventuale vittoria. E poi c'è un motivo di propaganda: Putin vorrebbe mostrare l'immagine dei soldati ucraini uscire sconfitti con le mani alzate”.

Secondo il retroammiraglio inglese in pensione Chris Parry "l'obiettivo dei russi ora non è impossessarsi delle roccaforti che gli ucraini mantengono nei centri urbani, ma di conquistare territori, accerchiare le forze di Kiev e dichiarare una grande vittoria". La Russia dopo otto settimane cerca di imparare dai suoi errori e "sta cambiando l'approccio operativo", prosegue Perry, "hanno realizzato che impantanandosi a Mariupol non riusciranno a occuparsi del resto del territorio" del Donbass, obiettivo di questa seconda fase del conflitto, iniziata ufficialmente lunedì ma senza che finora si siano registrati avanzamenti significativi. A Izyum, nella regione di Kharkiv, finora le forze ucraine hanno vanificato i tentativi russi di spingersi a sud verso Sloviansk e Kramatorsk. Più passano i giorni, inoltre, più le truppe di Kiev si rafforzano grazie ai nuovi invii di armi dall'Occidente.

Intanto, la società privata statunitense Maxar Technologies ha pubblicato le immagini satellitari di oltre 200 nuove tombe a Manhush, paese a 20 chilometri da Mariupol, dove, secondo fonti ucraine, i russi avrebbero sepolto i civili uccisi nei combattimenti nella città portuale. 

Cimitero di Manhush, in Ucraina (Maxar Technologies via AP)
Cimitero di Manhush, in Ucraina