Come una controffensiva ucraina potrebbe superare le fortificazioni russe

Anche senza superiorità aerea e con meno soldati degli occupanti, condizioni del terreno, tecnologia e rapidità potrebbero fornire l'occasione

Come una controffensiva ucraina potrebbe superare le fortificazioni russe
Nexta
Fortificazioni russe con i denti di drago vicino a Hirske, nella regione occupata di Luhansk

Dopo la liberazione ucraina di Kherson dello scorso novembre, la linea del fronte in Ucraina è rimasta pressoché immutata, fatta eccezione per i limitati avanzamenti ottenuti dalle forze russe nella regione di Donetsk, tra le rovine di Bakhmut e in direzione di Avdiivka. Cresce intanto l'attesa per l'annunciatissima controffensiva ucraina di primavera, in vista della quale gli alleati occidentali di Kiev hanno fornito a Kiev diversi sistemi di arma, tra i quali alcuni dei più avanzati mezzi corazzati a disposizione, come i carri armati Leopard (tedeschi) e Challenger (inglesi) o i veicoli di fanteria Bradley (statunitensi). Oltre alla necessità di aggiornare il più possibile il proprio arsenale, a trattenere Kiev finora sono state le condizioni del terreno: deve asciugarsi tutto il fango prima che sia possibile muovere i mezzi con la necessaria rapidità.

Nel frattempo Mosca non è stata a guardare e ha eretto fortificazioni lungo tutta la linea del fronte, in posizione arretrata di pochi chilometri, usando ovunque i “denti di drago”, blocchi triangolari di cemento conficcati nel terreno, ricalcando tecniche difensive risalenti a oltre un secolo fa ma non per questo prive di efficacia.

Una recente analisi pubblicata dal Financial Times ha provato a delineare come potrebbe funzionare un'avanzata delle forze di Kiev, tenendo conto dell'inferiorità numerica (35 mila combattenti contro i 140 mila di Mosca) e soprattutto della mancanza di superiorità aerea, senza la quale è raro che un'offensiva di terra abbia successo - qui il quotidiano britannico cita l'esempio dell'attacco terrestre di Israele alle posizioni egiziane nel 1973 durante la guerra dello Yom Kippur.

Le fortificazioni russe consistono tipicamente in un campo minato, a cui seguono più linee di denti di drago, un altro campo minato, le trincee e un fossato anticarro. Il primo passo per sfondarle è sparare un tubo di 200 metri pieno di esplosivo che, a contatto con il terreno, fa esplodere tutte o quasi le mine creando nel campo minato una corsia percorribile di cinque metri, come mostra questo video pubblicato nel 2016 dai marine statunintesi

Superato il campo minato, vanno rimossi i denti di drago, piazzati proprio per impedire il transito dei mezzi pesanti: la tecnica in questo caso è montare delle sorte di aratri sui carri armati, tramite i quali diventa possibile sradicare questi blocchi da terra. Per superare i fossati, infine, le forze ucraine dispongono id diversi sistemi per creare rapidamente ponti provvisori

"È tutta una questione di slancio e di velocità", ha detto al Financial Times Nick Gunnell, un ex ufficiale dei Royal Engineers inglesi.  "Ma le cose possono sempre andare male, quindi devi essere pronto. Se un aratro si rompe, per esempio, deve essere recuperato o deve essere preparata subito una seconda corsia". Servono insomma coordinamento e preparazione, e non tutti ritengono che l'esercito ucraino sia all'altezza di operazioni così complesse, tanto più dopo le perdite subite in nei primi 14 mesi di guerra. È anche vero però che le forze di Kiev sono state sottavalutate più di una volta nel recente passato: "Se l'attacco ucraino è determinato e veloce e arriva dietro i russi, la linea del fronte si disfarà e i russi scapperanno, proprio come hanno fatto durante la controffensiva intorno a Kharkiv", secondo Glen Grant, ex ufficiale dell'esercito britannico e consigliere della commissione difesa del parlamento ucraino.

Dove scatterà la controffensiva è un segreto custodito da pochissime persone nei vertici ucraini, ma sembra più probabile che Kiev voglia attaccare a sud, nella regione di Zaporizhzhia o in quella di Kherson: sfondare quelle linee e raggiungere il Mar D'Azov permetterebbe di tagliare la “lingua di terra” tra Donetsk e la Crimea e, potenzialmente, di attaccare il ponte di Kerch, utilizzando o i droni ucraini a lunga distanza o il sistema Glsdb fornito dagli Stati Uniti. Se l'operazione riuscisse pienamente, la Crimea resterebbe isolata e, forse, espugnabile.