Dopo il Consiglio europeo

Meloni: "Sui fondi Ue l'obiettivo è vicino. Cambio di passo sui migranti"

La premier in un'intervista al Corriere della Sera: "Sui fondi europei basta tafazzismo". Sull'emergenza sbarchi "è difficile trovare regole che vadano bene per tutti". Sul Mes "chi ne chiede oggi la ratifica non fa l'interesse dell'Italia".

Meloni: "Sui fondi Ue l'obiettivo è vicino. Cambio di passo sui migranti"
Ansa
Giorgia Meloni al Concilio Europeo Bruxelles 29/06/23

L'Italia ha mostrato una ripresa post-Covid che ci consegna una economia in crescita oltre le aspettative, con la stima di una previsione al rialzo a +1,2%nel 2023, una crescita superiore alla media Ue, superiore alle principali economie continentali, 0,7% per la Francia, 0,2quando va bene per la Germania: stiamo dimostrando una affidabilità maggiore rispetto al resto dell'eurozona". Così la presidente del Consiglio Giorgia Meloni nell'intervento all'assemblea di Assolombarda.

 

L'intervista al Corriere della Sera

Migranti, Pnrr, Mes. Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni commenta l'esito del Consiglio europeo in una lunga intervista al Corriere della Sera.

Sui migranti - dice - l'Unione Europea ha fatto un "totale cambio di passo: investire sulla stabilità del Nord Africa e prevenire le partenze è un primario interesse italiano e finalmente una priorità europea. Sulla dimensione esterna siamo tutti d'accordo. Sulla dimensione interna, no. Ma è normale, perché su un tema così divisivo è difficile trovare regole che vadano bene per tutti. Mi auguro ci siano margini per avvicinare le posizioni". 

Sul tema rivendica un “successo italiano”. "L'accordo di tutto il Consiglio Ue sulla cosiddetta dimensione esterna, che offre un approccio completamente nuovo rispetto al passato in tema di contrasto ai flussi migratori, è un indiscutibile successo italiano", sottolinea Meloni spiegando che "il Patto migrazione e asilo va avanti", ma "vendere questo accordo come una soluzione efficace è sbagliato: la mia priorità è fermare i flussi illegali prima che partano e stroncare il traffico di esseri umani".

Inutile discutere su Paesi di primo approdo e Paesi di destinazione: bisogna lavorare “insieme sui confini esterni, soprattutto attraverso una cooperazione paritaria con i Paesi africani”.

Una prova di questo "cambio di passo dell'Ue" sono il dialogo con la Tunisia e la proposta della Commissione di investire fino a 15 miliardi del nuovo bilancio pluriennale su immigrazione e dimensione esterna.

Per quanto riguarda la posizione di Polonia e Ungheria sul Patto migrazione, Meloni dice che "è normale che ciascuno faccia il proprio interesse". Nel Consiglio ciascuno rappresenta gli interessi della propria Nazione, "capita che non corrispondano e ognuno fa bene a difendere i suoi".

Certo, Morawiecki e Orban sono rimasti sulle loro posizioni ma, spiega Meloni, "soprattutto la Polonia, ma anche l'Ungheria, hanno accolto milioni di profughi ucraini ricevendo dalla Ue contributi inferiori al necessario. Di contro, secondo l'accordo dell'8 giugno, sarebbero tenute a versare 20 mila euro per ogni migrante anche irregolare non ricollocato. Il tutto, aggravato dal blocco degli stanziamenti per i loro Pnrr nazionali. La loro rigidità è comprensibile e io ho sempre grande rispetto - torna a dire - per chi difende i propri interessi nazionali. Si puo' superare ricostruendo un rapporto di fiducia e in questo senso cerco di dare il mio contributo".    

A ogni modo, osserva ancora il presidente del Consiglio, "il Patto migrazione e asilo va avanti", però "vendere questo accordo come una soluzione efficace - avverte - è sbagliato. Puo' aiutare l'Italia in misura relativa, anche perché il principio cardine di Dublino dello Stato di primo approdo non è stato superato e l'onere su nazioni come l'Italia è ancora troppo elevato.

In un passaggio, dedicato alle violenze in Francia dopo il caso Nahel, la premier esprime solidarietà e vicinanza. "Le immagini che arrivano dalla Francia da un lato rischiano di rendere il tema ancora più critico, dall'altro mi auguro aumentino la consapevolezza sulla posta in gioco. Soltanto un'immigrazione gestita e regolare può generare integrazione. L'alternativa è la separazione e la radicalizzazione delle terze e quarte generazioni". 

Meloni: su un centrodestra europeo non ci sono trattative in corso

Sulla proposta di un un patto per un centrodestra europeo senza i socialisti "non ci sono trattative in corso", assicura Giorgia Meloni che guarda però alle alleanze tra le grandi famiglie politiche europee osservando, nella sua intervista al Corriere della Sera, che "di certo cresce la consapevolezza che l'accordo innaturale tra Popolari e Socialisti non sia più adeguato alle sfide che l'Europa sta affrontando".    

"Da qui al 9 giugno 2024 ci saranno elezioni nazionali importanti. In Spagna, dove si vota a luglio, è possibile un governo di centrodestra con Popolari e conservatori, dopo che in Italia, Svezia e Finlandia si sono imposti governi di centrodestra", aggiunge il presidente del Consiglio. "Intanto a Bruxelles sui singoli provvedimenti si creano alleanze allargate alternative alla sinistra. E' una fase stimolante - dice ancora - i conservatori e l'Italia possono giocare un ruolo centrale".

“Sul Pnrr basta tafazzismo, siamo vicinissimi all'obiettivo”

Sul Pnrr la premier si dice "assolutamente" ottimista: l'Italia centrerà i propri obiettivi, "soprattutto se smettiamo di fare allarmismo su una questione strategica per la nazione intera e che, nella migliore tradizione dei Tafazzi d'Italia, viene strumentalizzata per attaccare il governo".

"Noi - rimarca - siamo impegnati per rispondere alle ultime richieste di chiarimenti da parte della Commissione e ricordo che lavoriamo su un piano scritto da altri. Senza polemica, non posso fare a meno di notare che se il lavoro certosino che stiamo facendo adesso, senza alcuna tensione con la Commissione, fosse stato fatto a monte quando i progetti sono stati presentati, avremmo potuto risparmiare molto tempo. Poco male, siamo comunque vicinissimi all'obiettivo. E stiamo lavorando senza sosta alla rimodulazione del Piano e alla presentazione del Repower EU, per spendere tutte le risorse privilegiando progetti strategici", conclude Meloni.

“Accelerare la ratifica del Mes è contro l'interesse nazionale”

Capitolo Mes. "Ritengo contrario all'interesse nazionale accelerare la ratifica del trattato di riforma del Mes mentre il governo è impegnato nel negoziato decisivo per la modifica del Patto di stabilità e il completamento dell'Unione bancaria". 

"Se abbiamo presentato una questione sospensiva alla richiesta delle opposizioni di ratifica immediata è perché questi strumenti vanno visti insieme. Chi oggi chiede la ratifica non sta facendo l'interesse italiano", conclude Giorgia Meloni intervistata dal Corriere della Sera.

Meloni e le “amicizie sbagliate”

"Sulle 'amicizie sbagliate' a livello internazionale mi permetta di non infierire su chi ancora oggi è reticente nel condannare regimi come quelli di Cuba e Venezuela. Chi è in buona fede può constatare quanto l'Italia oggi sia centrale e rispettata nei consessi internazionali. Con buona pace delle cassandre, che speravano nell'isolamento". Così il presidente del Consiglio Giorgia Meloni commenta le affermazioni di Elly Schlein che ha accusato la premier di isolare l'Italia in Europa e di legarsi ad "amici sbagliati" a livello internazionale.

"Salario minimo: ci confrontiamo con tutti"

"Non sono convinta che al salario minimo si possa arrivare per legge e l'approccio del governo va nella direzione di favorire una contrattazione collettiva sempre più virtuosa, investire sul welfare aziendale, agire su agevolazioni fiscali e contributive, stimolare i rinnovi contrattuali", dice Giorgia Meloni ribadendo che "il tavolo con le parti sociali è sempre aperto e noi ci confrontiamo con tutti, senza preclusioni".    

Meloni evidenziare anche che l'occupazione sta facendo registrare numeri record, anche grazie alle misure che abbiamo adottato. Naturalmente la condizione dei lavoratori, soprattutto giovani che percepiscono retribuzioni non decorose, non solo ci preoccupa, ma ci ha già spinto a intervenire sul cuneo fiscale e a incentivare le imprese che assumono under 36 e ‘neet’”.

“Su Santanché non sono preoccupata”

"No, non sono preoccupata. Daniela Santanché sta lavorando molto bene e i risultati lo dimostrano", risponde la premier, riferendosi alla polemica che coinvolge il ministro del Turismo. “Ha deciso di riferire in Aula per spiegare al meglio la sua posizione. Una scelta di trasparenza e serietà che non era scontata e dimostra la sua buonafede”.